Per la prima volta in 12 anni greggio a $30 al barile: dall’inizio del 2016 il crollo è -17,7%. La caduta ha solo effetti negativi, dovuti all’indebolimento della crescita economica globale e soprattutto in Cina.
I prezzi del petrolio continuano a cadere, con il barile finito appena sopra a quota 30 dollari, a nuovi minimi da oltre 12 anni a questa parte, mentre il presidente dell’Opec – che resta divisa – prevede una riunione di emergenza a inizio marzo. E intanto continuano a moltiplicarsi le previsioni pessimistiche per il settore. Ultima Morgan Stanley, che come aveva già fatto nelle passate settimane un’altra banca d’affari Usa, Goldman Sachs, pronostica un barile in possibile caduta a quota 20 dollari.
Nel corso degli scambi dell’after hours, il West Texas Intermediate è sceso fino a 30,41 dollari sui minimi dal dicembre del 2013, successivamente ritraccia a 31,06 al barile, comunque in calo di 35 cents rispetto alla chiusura di lunedì 11 gennario. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord è sceso fino a 30,43 dollari, minimo dall’aprile 2004, e a mattina inoltrata Europa si attesta a quota 31,42, in calo di 13 dal fixing precedente.
Da molti mesi l’oro nero accusa forti ribassi a riflesso del persistente eccesso di offerta sul mercato, legato a doppio filo con l’indebolimento della crescita economica in molti grandi Paesi emergenti, a cominciare dalla Cina. E si tratta di una situazione sulla quel fino ad oggi l’Opec non ha mostrato la capacità, né la volontà, di intervenire con tagli all’offerta. Il presidente del cartello, il nigeriano Emmanuel Ibe Kachikwu, ha però ricordato che era stato concordato di esaminare un possibile vertice di emergenza, che si potrebbe svolgere a inizio marzo, se il barile fosse calato a 35 dollari.
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Il prezzo del petrolio prosegue il collasso nella sessione di martedì, registrando un crollo di quasi il 20 per cento solo dall’inizio del 2016. Intanto, gli analisti sono impegnati a tagliare le previsioni sul prezzo del petrolio per quest’anno, mentre i trader si posizionano su un’ulteriore discesa del prezzo.
Il West Texas Intermediate (WTI) degli Stati Uniti è scambiato a 30,66 $ al barile nelle prime ore della mattinata di martedì, in calo di 75 centesimi dall’ultima chiusura, con un ribasso di circa il 20 per cento rispetto all’inizio dell’anno. In precedenza è stato scambiato a 30,60 dollari, il livello più basso da dicembre 2003.
I futures sul Brent sono scesi di 83 centesimi a 30,72 $ al barile, dopo aver toccato quota 30,66, il livello più basso da aprile 2004. Anche il Brent è sceso di quasi il 20 per cento nel mese di gennaio chiudendo, ad oggi, ogni sessione in perdita.
Prezzo del petrolio: aumentano gli short
Le informazioni sui posizionamenti mostrano che le posizioni short sul greggio WTI, che beneficiano di un ulteriore calo dei prezzi, sono a livelli record, il che implica che molti trader si attendono ulteriori ribassi.
Gli analisti stanno adatto le proprie previsioni sul prezzo del petrolio; solo lunedì Barclays, Macquarie, Bank of America Merrill Lynch, Standard Chartered e Société Générale hanno tutte tagliato le aspettative sui prezzi per quest’anno.
Prezzo del petrolio: le cause del crollo
Non solo: il dollaro più forte sta aggravando la disfatta mercato petrolifero. Il prezzo del petrolio ha accelerato calo da inizio anno e la causa è attribuita principalmente alle turbolenze sul mercato azionario cinese e al rallentamento della sua economia, ma la forza del dollaro USA sta emergendo come un altro importante fattore ribassista.
L’indice del dollaro è salito di oltre il 20 per cento dalla metà del 2014, con l’economia statunitense relativamente robusta che è riuscita ad attrarre nuovi flussi di investitori provenienti. Il primo aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve nel mese di dicembre e la prospettiva di altri aumenti nel 2016 continueranno a spingere il rialzo del biglietto verde.
Poiché l’olio è scambiato in dollari, un dollaro più forte rende più costoso per i paesi detentori di altre valute acquistare la materia prima, facendo diminuire così la domanda.
Prezzo del petrolio presto a 18 dollari al barile?
Paul Stevens, professore emerito alla University of Dundee e esperto dei mercati del Medio Oriente, ha previsto in un’intervista alla BBC che la produzione statunitense di shale oil non rallenterà in modo significativo fino a quando i prezzi del petrolio non scenderanno sotto quota 25 dollari al barile, ma molto probabilmente potremmo dover aspettare che il prezzo dell’oro nero scenda sotto i 20 dollari al barile.
Questa previsioni fa eco al report sulle aspettative degli analisti di Goldman Sachs pubblicato sul finire del 2015.
Il socio fondatore di Again Capital, John Kilduff, ha riferito alla CNBC che i prezzi del petrolio potrebbero anche scendere sotto i 18 dollari al barile se le sanzioni contro l’Iran verranno tolte – come previsto – nei prossimi mesi, aumentando così le esportazioni.