L’applicazione dell’articolo 26 dei Trattati europei, caldeggiato anche dalla Germania, imporrebbe di tenere parcheggiati nel nostro Paese le migliaia di immigrati che sbarcano ogni anno dal Mediterraneo.
Sospensione di Schengen e controlli serrati alle frontiere per due anni significherebbe, per l’Italia, una sola cosa: tutti i clandestini in arrivo dal Mediterraneo dovrebbero restare qui, di fatto bloccati nel nostro Paese tra mare e Alpi. Insomma, un’altra fregatura. Ecco perché l’accelerazione dei falchi anti-immigrati in Europa, con la Germania che preme sulla Commissione Ue per aprire all’applicazione dell’articolo 26, più che un attacco a chi non rispetta le regole è una pistola puntata alla tempia dei governi di Roma e Atene, i più esposti ai flussi migratori via mare. Proprio per questo, secondo il “Corriere della Sera”, lunedì prossimo (25 gennaio, ndr) durante la riunione dei ministri dell’Interno e della Giustizia ad Amsterdam, il ministro degli Interni Angelino Alfano ribadirà che “la fine di Schengen rappresenterebbe la fine dell’Europa, mentre cosa ben diversa è prevedere un rafforzamento dei controlli ai confini esterni dell’Unione che è il modo più efficace per salvare il trattato e dunque l’accordo tra gli Stati”.
Scafisti dall’Albania – Mentre gli altri Stati non sembrano prendere in considerazione le richieste italiane, rischia di aprirsi un altro fonte caldissimo: gli scafisti potrebbero arrivare in Italia partendo da Albania e Montenegro. Una invasione da Est che il governo non sarebbe in grado di gestire anche perché nel frattempo le accuse di Renzi al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker hanno avuto come unico risultato quello di isolare ulteriormente l’Italia, come già accaduto nei mesi scorsi su accordo di Dublino e distribuzione dei profughi. Un boomerang diplomatico e sociale, sulla pelle degli italiani.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato da Libero