Secondo i rilevamenti Istat gli italiani non hanno avuto incrementi nelle loro buste paga a fine anno, ma rispetto al 2014 un piccolissimo passo in avanti è stato fatto. Sugli scudi il settore energia e petroli (+4,4%).
L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è “rimasto invariato a dicembre rispetto al mese precedente ed è aumentato dell’1,3% su base annua. Nella media del 2015, fa sapere l’Istat, la retribuzione oraria è cresciuta dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Con riferimento ai principali macro-settori, a dicembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a dicembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia e petroli (4,4%); estrazioni minerali (4,2%); energia elettrica e gas (3,9%). Si registrano variazioni nulle nel settore delle telecomunicazioni, del credito e assicurazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Alla fine di dicembre 2015 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 60,9% degli occupati dipendenti e corrispondono al 58,0% del monte retributivo osservato. La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 39,1% nel totale dell’economia e del 21,3% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 56,4 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 35,0 mesi per quelli del settore privato.