Geometria per calcolare la posizione di Giove, scoperta sui babilonesi che rivoluziona l’astronomia

Decifrate 4 tavolette di argilla con caratteri cuneiformi del periodo tra il 350 e il 50 avanti Cristo conservate al British Museum. La rivelazione è dell’astronomo Mathieu Ossendrijver dell’università Humboldt di …

Decifrate 4 tavolette di argilla con caratteri cuneiformi del periodo tra il 350 e il 50 avanti Cristo conservate al British Museum. La rivelazione è dell’astronomo Mathieu Ossendrijver dell’università Humboldt di Berlino.

Gli astronomi Babilonesi sapevano calcolare la posizione di Giove e lo facevano utilizzando la geometria: lo dimostrano i caratteri cuneiformi di quattro tavolette di argilla, conservate a Londra presso il British Museum e decifrate soltanto adesso.

La scoperta, che si è guadagnata la copertina di “Science”, rivoluziona la storia dell’astronomia perché finora si era convinti che calcoli del genere fossero comparsi nella storia della scienza solo 1.400 anni più tardi. Le quattro tavolette, che nel frattempo sono state riprodotte con una stampante in 3D, risalgono al periodo compreso fra il 350 e il 50 a.C e sono state decifrate dall’astronomo Mathieu Ossendrijver, dell’università Humboldt di Berlino. Stava cercando di interpretarne il significato dal 2002, ma solo a distanza di 12 anni, nel 2014, è riuscito a ricomporre il puzzle. È stato decisivo il confronto con una tavoletta babilonese non catalogata del museo, che conteneva informazioni più complete ed ha permesso di scoprire che i trapezi in realtà erano calcoli che descrivevano il movimento di Giove.

Ossendrijver è giunto così alla conclusione che le tavolette sono il più antico esempio finora noto dell’uso della geometria per calcolare la posizione di un pianeta. Gli antichi astronomi che le hanno scritte hanno usato un trapezio trapezio per calcolare la posizione di Giove, il pianeta che i babilonesi accostavano al loro dio principale, Marduk. La posizione del pianeta gigante è stata calcolata in due intervalli di tempo: 60 e 120 giorni dopo dalla sua comparsa sull’orizzonte. Finora si pensava che i Babilonesi calcolassero il movimento di Sole, Luna e pianeti solo con l’aritmetica. Ma le tavolette, osserva Ossendrijver, dimostrano invece che “i Babilonesi utilizzavano la geometria in senso astratto per definire il tempo e la velocità, a differenza degli antichi Greci che usavano le figure geometriche per descrivere la posizione nello spazio fisico”.

Le tavolette, prosegue, “riscrivono i libri di storia dell’astronomia e rivelano che gli studiosi europei del ‘400 di Oxford e Parigi sono stati preceduti dai Babilonesi nell’uso della geometria per calcolare la posizione dei pianeti”. Gli storici della scienza Alexander Jones, dell’università di New York, e John Steele, della Brown University, rilevano nello stesso numero di Science che la scoperta “testimonia quanto fossero brillanti gli studiosi della Mesopotamia” ed è “un contributo estremamente importante per la storia della scienza”.

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