Hanno in media dai 12 ai 21 anni, ma Palazzo Chigi stanzia 1,5 miliardi per il Tpl, ma solo per aprire i leasing, le cui rate inevitabilmente ricadranno sulle Regioni, dunque sulle tasse locali e i cittadini.
Il parco autobus e treni italiani sono vecchi, consumati e molto probabilmente pericolosi. Lo ha detto chiaro e tondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, mercoledì 27 gennaio in un’audizione parlamentare passata sotto silenzio tra i media, interessati più a capire quotazioni in borsa di Fs o le mosse strategiche del board di Rfi, la capofila statale che detiene la proprietà e la gestione della rete ferroviaria del Paese.
Il braccio destro di Renzi ha parlato di una media di 12 anni per i bus e 21 per le carrozze e le motrici, soprattutto quelli in servizio sulle tratte del Tpl ferro regionali, ovvero i treni del Trasporto pubblico locale. Eppure, dice lo stesso Delrio, ogni giorno su quei mezzi viaggiano milioni di persone, addirittura oltre 5 solo sommando gli utenti della Ostia Lido nel Lazio e la Linea 5 Milano in Lombardia. Infinitamente di più del traffico giornaliero sui vettori ad Alta velocità (Leggi qui il Rapporto Pendolaria 2015 di Legambiente).
Il ministro sostiene che la riforma del Tpl deve essere basata sul rinnovo del parco mezzi, ma per farlo servono soldi freschi. Tanti, maledetti e subito. L’unica soluzione individuata dal governo è però quella di comprare a debito, con leasing annuali che potrebbero rivelarsi anche un boomerang in termini economico-finanziario per lo Stato, e in particolar modo sulle istituzioni locali (regioni, comuni, città metropolitane e province). Da Roma, infatti, ci metterebbero solo 1,5 miliardi di euro come garanzia per aprire i prestiti, raschiando dalla solita Cassa depositi e prestiti e da qualche taglio lineare ai ministeri. “La cifra è relativamente bassa se pensiamo all’emergenza – si è giustificato Delrio -, ma è tanto se pensiamo di pagare un leasing per l’acquisto annuale, come hanno fatto altri paesi europei”.
Tanto per essere chiari, il parco treni ammonta a oltre 600 mezzi e solo il Lazio, per comprare 70 nuovi vettori dalla stazione Termini all’aeroporto di Fiumicino ha investito circa 470 milioni di euro.
Insomma, siamo alle solite: le nozze coi fichi secchi e il conto lasciato da pagare in eredità a lavoratori, pensionati e nuove generazioni. A Palazzo Chigi la sicurezza degli utenti del Trasporto pubblico locale “è una priorità”, ma in fin dei conti nulla di serio.
Red.it
giaguas
211 commenti
popolarità 318
Oggi, Treni vecchi che perdono pezzi..e Nuovi F35 da rifare pezzo per pezzo, a spese del contribuente, perche’ non volano a causa dei troppi problemi… Una bella “suola” per le casse dello Stato…!
IL governo Indebita i cittadini con il leasing, che tramite regione, comuni e province dovranno pagarsi il treno, oltre che il biglietto…
E pensare che abbiamo ceduto le Officine Savigliano alla Alstom Sa francese, da cui oggi compriamo i nostri treni, made in Italy, lasciando gli utili ai francesi…Sono Alstom, anche quelli rossi di Italo di Ntv, sempre piu’ rossi nei bilanci, che comunque pagheranno sempre gli stessi Italiani..
Un Treno di Debiti…quando potevano essere Vagoni di Utile… e soldi sprecati per Aerei inservibili, ma invisibili, ( perche’ non possono volare), che pure i tedeschi hanno rifiutato di acquistare… Che Furbi…!!!