Il presidente del Consiglio che mise in ginocchio il paese ha spiegato: «Mi sono astenuto da giudizi all’epoca perché mi trovavo in cima a una montagna e se l’Italia fosse caduta non sarebbe stato come per Grecia, perché sarebbe crollata l’Eurozona».
È cominciata poco dopo le 9.30 la deposizione di Maria Pierdicchi, ex manager di S&P per l’Italia, la prima teste dell’udienza di oggi del processo in corso a Trani a cinque tra ex manager e analisti dell’agenzia di rating accusati di manipolazione di mercato. S&P, in particolare, è sotto accusa a Trani per un report del 13 gennaio 2012, che ha declassato il rating dell’Italia da A a BBB+.
Imputati Deven Sharma, ex presidente mondiale di S&P, Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa, e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Teste principale della giornata è l’ex premier Mario Monti. Così come annunciato, questa mattina Forza Nuova si è presentata, con i propri militanti, davanti al tribunale di Trani per contestare che ha deposto subito dopo Maria Pierdicchi, attualmente componente del cda di Luxottica e consigliere esterno delle quattro ‘good bank’. L’avvocato dell’ex manager, già indagata dalla Procura di Trani nell’inchiesta S&P, ha eccepito l’opportunità che sia sentita come teste senza le garanzie relative allo status di già indagata. La posizione di Pierdicchi, cui veniva contestato il favoreggiamento nei confronti degli altri indagati, venne trasferita per competenza a Milano e archiviata. L’accusa ha obiettato sottolineando che non sarebbe stata sentita per i fatti per i quali è stata indagata. Dunque la testimonianza si è svolta con l’opportunità per la manager di avvalersi della facoltà di non rispondere.
LA DEPOSIZIONE DI MONTI – L’ex presidente del Consiglio, Mario Monti, è arrivato in aula scortato da finanzieri e uomini della sua scorta. La sua deposizione è cominciata alle 13.30 in punto. «Il rating non è una scienza esatta, non ci sono santuari nella materia economica. Non ritengo comunque che un giudicato possa giudicare il giudicante», ha spiegato subito Monti. Il pm Michele Ruggiero ha incalzato chiedendo all’ex premier se ritenesse corretto «il doppio declassamento dell’Italia con discesa in serie B». Alla domanda del pm si è registrata l’opposizione di uno degli avvocati della difesa, perché Monti ha già risposto – ha spiegato – in merito alla opportunità ‘per un giudicato di giudicare un giudicante’. Ma comunque Monti ha spiegato: «Mi sono astenuto da giudizi all’epoca perché mi trovavo in cima a una montagna e se l’Italia fosse caduta non sarebbe stato come per Grecia, perché sarebbe crollata l’Eurozona».
L’ex premier Mario Monti ha confermato quanto già riferito al pm e alla guardia di finanza in una deposizione resa in fase di indagini: non ha mai parlato del declassamento dell’Italia come di “un attacco all’Europa”, cosa che gli era stata attribuita in un articolo del Corriere della Sera di Marco Galluzzo (citato per questa udienza). Queste parole furono appunto smentite da Monti durante le indagini. L’ex presidente del Consiglio dei ministri ha sostenuto che la frase attribuitagli non proveniva in alcun modo dal suo entourage (ovvero la sua portavoce). Ha anche spiegato di non aver voluto chiedere una rettifica al Corriere della Sera «perché questa avrebbe potuto aggravare gli effetti» di quanto già pubblicato.
LA DEPOSIZIONE DI GALLUZZO – Si è conclusa con la deposizione di Marco Galluzzo l’udienza di oggi del processo Standard & Poor’s. Il giornalista del Corriere della Sera ha spiegato di non aver riportato il pensiero di Mario Monti sul declassamento dell’Italia dopo averci parlato, «altrimenti – ha detto – sarebbe stata un’intervista». «Virgoletto – ha precisato – quando sono sicuro che sia una frase riferita dall’interessato e quando mi fido della fonte». In particolare l’articolo in questione, nel quale il declassamento dell’Italia veniva definito da Monti “un attacco all’Europa”, è stato definito dall’interessato un “retroscena”, scritto sulla base di quanto appreso dall’entourage dell’allora premier. Galluzzo ha però detto di non ricordare la fonte. Mentre ha confermato di non aver ricevuto smentite per quell’articolo e di averne invece ricevute per altri. A fine udienza il pm Michele Ruggiero ha depositato alcune richieste di smentite fatte da Monti per altri casi.
LA REPLICA DELL’AGENZIA – All’esito dell’udienza odierna e dell’audizione di tutti i testimoni dell’accusa, l’agenzia in una nota sottolinea come «risulta molto evidente che le teorie cospirative a supporto delle accuse contro Standard & Poor’s sono in realtà prive di qualsiasi fondamento. Finora nessuno dei testimoni – spiega – ha confermato le tesi dell’accusa e in realtà molte delle dichiarazioni rese dai testimoni dell’accusa durante le udienze sono state a favore di Standard & Poor’s. Infatti il presidente Mario Monti ha confermato di non aver criticato in nessun – sottolinea – modo l’azione di rating di Standard & Poor’s del 13 gennaio 2012 e, come dichiarato in un’intervista al Financial Times del 18 gennaio 2012, in realtà concordava con l’analisi di Standard & Poor’s sui fattori che determinarono il downgrade dell’Italia e di altri 8 paesi dell’Eurozona».
Il processo è stato aggiornato al 27 aprile quando comincerà l’esame di uno dei cinque imputati, l’analista Moritz Kraemer. Già fissata anche un’udienza per il 4 maggio.
Questo articolo e’ stato pubblicato originariamente da Traniviva
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scrive La Repubblica da Bari:
a motivazione della decisione del doppio declassamento di S&P del rating dell’Italia l’avrei potuta scrivere io, ma non avrei certo potuto condividere il doppio declassamento” da A a BBB+ deciso da Standard &Poor’s il 13 gennaio 2012, ha aggiunto l’ex premier. “A me comunque – ha detto – interessava portare all’attenzione dei mercati internazionali il positivo che c’era in quella decisione negativa, cioè la positività della nuova politica economica in Italia. Ma questa positività non riusciva comunque a migliorare la negatività esistente, cioè il peggioramento dell’Eurozona”.
E ancora: “Non ho mai detto” che il doppio downgrade dell’Italia da parte di Standard & Poor’s era “un attacco all’Europa”, né ho usato “espressioni similari. E penso che non l’abbiano fatto neppure i miei collaboratori”. “Nel momento in cui diversi Paesi europei – ha aggiunto Monti – subiscono un downgrade, oggettivamente si verifica un pericolo per l’Europa. Io non mi sono espresso dicendo ‘attacco all’Europa’ perché sono scettico nel vedere complotti”.
Nell’articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 14 gennaio 2012, in cui si riportava un virgolettato attribuito all’allora premier in cui si parlava di un ‘attacco all’Europa’ “non parlai personalmente con Monti, ma con una fonte della quale non ricordo il nome: era qualcuno del suo staff”, ha spiegato il giornalista Marco Galluzzo deponendo dinanzi al tribunale. Per l’arrivo di Monti le misure di sicurezza all’interno e all’esterno del Palagiustizia erano state rinforzate e all’ingresso dell’aula sono stati effettuati controlli personali anche con un metal detector.
robyuankenobi
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giaguas
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Sapranno ben i nostri Giudici, che le tre Sorelle di Rating, hanno come azionisti le principali Banche d’Affari Private, e lavorano su commissione, e non possono emettere Giudizi Neutrali.. Non a Trani si deve celebrare un processo del genere, ma alla Corte Penale Internazionale dell’Aja, (non quella di Giustizia dell’Onu !), per crimini economici contro l’Umanita’….Utopia vero…
Tanto..finira’ a tarallucci e barbera…nel Trani a gogo’..