Il ministro Poletti esalta la misura contenuta nel disegno di legge ora al vaglio del Parlamento. Il sostegno al reddito sarà condizionato e vincolato alla sottoscrizione di un accordo tra il cittadino e le comunità locali.
“L’Italia deve avere il suo strumento di lotta permanente alla povertà, per l’inclusione sociale, deve essere sistematicamente finanziato e sarà cambiato, nel tempo, in ragione delle situazioni. È un’operazione non semplice perché la nostra storia è fatta di politiche settoriali. Non abbiamo mai avuto uno strumento universale. Questo è il grande passo e io credo che, dal punto di vista delle politiche, questo vale tanto quanto il Jobs Act”. Lo dichiara il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, commentando il disegno di legge delega per la lotta alla povertà, approvato dal Consiglio dei ministri, e ora al vaglio di Camera e Senato, che prevede, tra le varie misure, un sostegno al reddito di 320 euro al mese per circa 1 milioni di italiani indigenti.
“Noi prevediamo un intervento universalistico, cioè che si rivolge a tutti i cittadini che sono in quella condizione di disagio economico e sociale” continua il ministro, a margine del convegno “La via del welfare”, in corso alla Camera di commercio milanese. “Il nostro obiettivo è creare le condizioni perché ogni cittadino possa vivere dignitosamente, nel nostro Paese e lo faremo attraverso 2 tipologie di intervento collegate: il sostegno al reddito e l’integrazione sociale. Tant’è che, per noi, il tema è: reddito di inclusione sociale”, sottolinea.
“Il sostegno al reddito sarà condizionato e vincolato alla sottoscrizione di un accordo tra il cittadino e la comunità locale che ha l’obbligo e l’onere di prenderlo in carico e di costruire un progetto individualizzato di sostegno, per far uscire l’utente dalla sua condizione di emarginazione – continua Poletti – Noi ti aiutiamo ma tu firmi un patto perché l’aiuto che ti diamo, te lo danno gli altri cittadini con le loro tasse. È giusto che la collettività ti sostenga ma tu devi impegnarti: i tuoi figli devono andare a scuola, se ti offro un lavoro lo accetti, se ti devi formare lo fai – spiega Poletti – Le risorse sono quelle che sono in legge di Stabilità”, assicura e “la durata deve essere permanente”, aggiunge. “Il nostro Paese deve avere strutturalmente, e sempre, uno strumento che intervenga rispetto a chi è in quella condizione. Questa è la grande differenza rispetto al passato, quando si faceva un fondo, lo si sperimentava per un anno ed era rivolto ad alcune categorie. Cerchiamo di costruire una rete, nel territorio, che vede insieme pubblico, sociale, i servizi territoriali, gli enti locali”, conclude.
robyuankenobi
1884 commenti
popolarità 930
robyuankenobi
1884 commenti
popolarità 930