Le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce il “metodo educativo” del capo della banda e permesso di scoprire i luoghi di riunione dove venivano pianificati i colpi e i nascondigli dove venivano nascosti auto e moto.
Avevano messo in piedi una vera e propria scuola di rapina per insegnare ai ragazzi i “segreti” per portare a termine un colpo. Succedeva a Castello di Cisterna, nel Napoletano. Quattro minorenni, accusati a vario titolo di aver compiuto undici rapine, sono stati arrestati all’alba. Dopo i colpi a supermercati, farmacie e benzinai, i giovani andavano a festeggiare in pizzeria e caricavano su Facebook le fotografie.
“Se non sei in grado di farlo, non sei uomo!”, diceva il capo del gruppo, maggiorenne e adesso detenuto per altri motivi, incitando i ragazzini a delinquere sotto la sua direzione. L’inesperienza e l’incertezza nell’agire dei giovani arrestati emergono da un video estrapolato dal sistema di videosorveglianza di una delle attività prese di mira: l’arrivo di corsa sullo scooter, la pistola puntata in faccia al malcapitato che, dopo qualche attimo di esitazione, riesce a mettere in fuga due degli “apprendisti rapinatori”. I ragazzi della banda con fare goffo si allontanano di corsa, increduli.
Le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce il “metodo educativo” del capo della banda e permesso di scoprire i luoghi di riunione dove venivano pianificati i colpi, i nascondigli dove venivano nascosti auto e motocicli impiegati per le rapine e gli abiti e le armi usati per mimetizzare le corporature e per minacciare i titolari delle attività prese di mira. Infine, nel corso dell’operazione battezzata “Lucignolo”, gli arresti.
giaguas
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Economy in front.. and Trade in back ..!!
robyuankenobi
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