Con il Quantitative easing la Bce compra titoli di Stato e violando il proprio Statuto diventa principale creditore nell’Eurozona. Cosi ha potere di condizionamento, dunque o Renzi fa quel che gli si dice o finirà alle corde.
Nel 2011 fu lo spread a condurre l’Italia nelle mani di Mario Monti, con i risultati che ben conosciamo. Ora quello scenario potrebbe ripetersi. L’Unione europea non ama chi la critica apertamente e Matteo Renzi si è avvicinato alla linea rossa, forse l’ha già superata. Ergo, secondo voci sempre più insistenti, potrebbe essere indotto a lasciare il posto. Con i soliti metodi. Ma quale sarà il pretesto questa volta?
Ho appena finito di leggere “Rimetti a noi i nostri debiti” l’ultimo saggio di uno dei pochi giornalisti economici davvero indipendenti, Luca Ciarrocca, il quale traccia uno scenario tanto semplice quanto logico e, forse, ineluttabile. Uno scenario in cui, ancora una volta, a dare il colpo di grazia all’Italia potrebbe essere Mario Draghi. Riassumo brevemente.
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Come sapete, la Banca centrale europea sta comprando titoli di Stato dei Paesi Ue, fino a 60 miliardi di euro al mese, operazione nota con il termine di Quantitative easing. Tuttavia la Bce non può comprare più del 25% di ogni emissione per singolo Paese e questo per evitare di dare l’impressione di un controllo politico da parte di Draghi. Controllo che in realtà però esiste.
In che modo? Ciarrocca lo spiega molto bene. Innanzitutto la Bce diventa automaticamente il principale creditore nell’Eurozona, peraltro violando il proprio Statuto, e questo di per sé le dà un enorme potere di condizionamento.
Ma c’è di più: la Banca Centrale Europea acquista titoli, sul mercato secondario, con un rating “investment grade” ovvero “BBB-“. Sotto questa soglia la Bce può comprare titoli solo in presenza di un programma di aiuti internazionali erogato dalla Troika.
Il debito italiano oggi è già al limite “BBB-“ e allora… sì, cari lettori, lo avete già intuito.
Se Renzi non fa quel che si aspetta Draghi (e naturalmente Bruxelles) i mercati si agitano, lo spread inizia a salire e il rischio che un’agenzia di rating abbassi il livello del debito diventa molto alto. Il probabilissimo “downgrade” costringerebbe la Bce – eh sì, le regole sono regole! – a sospendere il Quantitative Easing, dunque a rendere ancor più violenta la tempesta finanziaria. Immagino già lo spread alle stelle, il crollo di Piazza Affari, il panico tra i consumatori, le riunioni di emergenza dell’Eurogruppo in un clima di crescente angoscia mentre giornali disperati urlano “Fate presto, ce lo chiede l’Europa”.
Quanto può resistere Renzi? Una settimana, due. Poi cederà e si adeguerà alla Tsipras o verrà estromesso e magari ci ritroveremo Mario Monti a Palazzo Chigi, per governare il Paese a braccetto con la Troika ovvero per fargli fare la fine della Grecia, spolpata da un’austerity senza senso e senza speranza.
Dunque Renzi o fa subito quel che gli si dice e smette di rompere le scatole all’Europa o lo metteranno alle corde. Agli speculatori basta che Mario Draghi alzi il sopracciglio per scatenarsi. Chi comanda davvero è lui, non dimenticatelo.
di Marcello Foa
Dal blog Il Cuore del Mondo – Il Giornale
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Renzi: “L’Europa cambi registro o è finita”
Se l’Unione europea non cambia strategia, puntando sulla crescita, “è finita”. Ne è convinto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha rilasciato un’intervista a Bloomberg per parlare di temi europei, dalla Brexit a Schengen. Renzi chiede all’Europa di “porre l’accento su un’agenda per la crescita e sul taglio della burocrazia” al cuore della sua politica. “Se l’Europa non cambia la sua visione, la sua strategia, l’Europa è finita”. Nell’incontro con il premier olandese Mark Rutte all’Aia la scorsa settimana c’è stato “accordo sulle priorità per l’Europa, sulla necessità di crescita”, ha detto Renzi all’agenzia finanziaria Usa. “Sono certo che le migrazioni saranno il problema più importante per l’Europa nei prossimi 12 mesi”, ha proseguito il premier. “Dobbiamo raggiungere un accordo con le nazioni africane sui rimpatri, dobbiamo sviluppare infrastrutture là, investire là”, ha detto ancora. Quanto alla possibilità che l’Europa rinunci al trattato di Schengen per rispondere alla crisi dei migranti, “senza Schengen, l’identità europea è a rischio” ha avvertito Renzi: “sono preoccupato delle possibile fine di Schengen”. Il premier ha detto di attendersi che i leader Ue trovino un accordo sull’intesa messa a punto tra Bruxelles e Londra per evitare la Brexit. “Vedo un accordo al vertice del 18 e 19 febbraio”, ha detto Renzi. “Scommetto su David” Cameron, il primo ministro britannico. “Non possiamo permette che l’assenza di un accordo causi la Brexit”. Renzi ha parlato di un “buon compromesso” proposto dal presidente del Consiglio Ue Donald tusk. “Le lettera inviata da Tusk è un buon compromesso. Penso che sia un cambiamento molto importante per la Ue. David ha ottenuto qualcosa”. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel sosterrà Londra, secondo Renzi. “Angela si impegnerà a sostenere David, è una leader e il referendum è rischioso, ma va nella giusta direzione”. (Askanews)