Allarme in Eurozona, calo (inaspettato) della produzione industriale

La diminuzione non era prevista ed è generale nei Paesi europei a dicembre e crea grattacapi all’economia: dati decisamente al di sotto delle attese. Ecco la fotografia scattata …

La diminuzione non era prevista ed è generale nei Paesi europei a dicembre e crea grattacapi all’economia: dati decisamente al di sotto delle attese. Ecco la fotografia scattata dai dati di Eurostat.

Nuovo, inatteso scivolone della produzione industriale dell’Eurozona a dicembre. Secondo quanto riportato dall’Istituto di Statistica dell’Unione Europea (Eurostat), l’output ha registrato un decremento mensile dell’1%, dopo il -0,5% del mese precedente. Il dato risulta decisamente al di sotto delle attese degli analisti che erano per un incremento dello 0,3%.

Su base annua la produzione ha registrato una discesa dell’1,3% dopo l’1,4% di novembre. Anche in questo caso il dato è peggiore del consensus che indicava un +0,8%. Per quanto riguarda l’Europa dei 28, si è registrato un calo dell’1% su base mensile dopo il -0,5% di novembre, mentre su anno la produzione ha registrato una discesa dello 0,8% rispetto al +1,6% precedente. (Teleborsa)

Confcommercio: frenata inattesa (in parte)

“La frenata registrata dal Pil nel quarto trimestre del 2015, seppure coerente con quanto rilevato sul versante della produzione industriale negli ultimi mesi dello scorso anno, è un dato in parte inatteso, in considerazione delle dinamiche, anche qualitative, registrate da altri indicatori. Di conseguenza, non si può escludere una revisione al rialzo delle attuali stime quando saranno disponibili nuove informazioni relative ai servizi di mercato”. È il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio alle rilevazioni sul Pil diffuse oggi dall’Istat. “Nonostante il rallentamento del Pil – da +0,4% del primo quarto a +0,1% nell’ultimo trimestre dello scorso anno – e pure considerando il contenuto trascinamento per il 2016, una crescita significativa nell’anno in corso è un obiettivo possibile anche se non agevole. Ipotizziamo – conclude la nota – che la stabilizzazione su livelli storicamente elevati dei climi di fiducia di famiglie e imprese, la moderata ripresa dell’occupazione e il crescente reddito disponibile delle famiglie, anche in virtù del profilo accomodante della politica fiscale, possano spingere l’attività produttiva a crescere nel 2016 a un tasso prossimo o superiore all’1,5%”.

Acciaio, dall’Ue dazi antidumping per Cina e Russia

La Commissione europea ha aperto una nuova inchiesta antidumping contro le importazioni di tre prodotti siderurgici cinesi. Si tratta di tubi senza saldatura, lamiere da treno e acciaio piatto laminato a caldo prodotti in Cina. Inoltre oggi l’esecutivo Ue ha imposto dati temporanei antidumping su prodotti piatti laminati a freddo provenienti dalla Cina e dalla Russia.

“Non possiamo permettere concorrenza sleale attraverso delle importazioni artificialmente basse che minacci la nostra industria”, ha detto il commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmstrom, che si è detta “determinata a usare tutti i mezzi possibili per assicurare che i nostri partner commerciali rispettino le regole del gioco”. Per cui l’esecutivo comunitario raccoglierà informazioni dagli esportatori cinesi, dai produttori europei, dagli importatori e dagli utenti industriali per “stabilire se i dazi anti-dumping devono essere messe in atto nei prossimi mesi o meno”.

“Il settore siderurgico sta fronteggiando varie sfide importanti: gli strumenti di difesa commerciale non possono da soli risolvere tutti i problemi ma la Commissione europea sta agendo per assicurare che esista una parità di condizioni di mercato”, ha spiegato la commissaria al commercio Cecilia Malmstrom. “Non possiamo permettere una concorrenza sleale attraverso importazioni a un prezzo artificiale basso che minacciano la nostra industria – ha aggiunto Malmstrom -, sono determinata a usare tutti gli strumenti possibili per assicurare che i nostri partner agiscono rispettando le regole”. La decisione di oggi cade in un contesto di alta tensione perché l’Unione europea deve decidere entro l’anno se riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato che, secondo le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, indebolirebbe l’attuale quadro di misure di difesa antidumping. Nel frattempo la Commissione ha già dato una significativa sterzata rafforzando gli strumenti di difesa commerciale. Una proposta è attualmente in discussione con il Consiglio. La decisione di oggi sui prodotti piatti laminari a freddo cinesi e russi è scattata sulla base di una “minaccia di danni” all’industria europea invece di aspettare che tali danni si siano materializzati. “Si tratta di un’azione preventiva che costituisce un passo eccezionale nelle procedure di difesa commerciale”, ha indicato oggi la Commissione europea. Per quanto riguarda le tre nuove inchieste sui tubi senza saldatura, sulle lamiere da treno e sui prodotti piatti laminati a caldo cinesi, Bruxelles adesso raccoglierà le informazioni da parte degli esportatori cinesi, dei produttori europei, degli importatori, degli utilizzatori industriali per verificare se dovranno essere decisi i dazi antidumping nei prossimi mesi o no. La Ue dispone di un sistema di strumenti di difesa commerciale che comprende misure antidumping, misure antisussidi e misure di salvaguardia. Queste ultime scattano in presenza di “drammatici cambiamenti” nei flussi commerciali che comportino un danno all’economia Ue. Oggi la Commissione ricorda che il dumping di solito “è il risultato dell’interferenza dello Stato nell’attività economica o di protezione o di assenza di concorrenza nei mercati di esportazione: ciò permette di produttori locali di aumentare artificialmente i prezzi nei loro mercati domestici e usare i profitti derivanti da tali attività per sussidiare le esportazioni a prezzi inferiori a costi reali di mercato”.

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