E sono già due anni. E sui media squillano le trombe per celebrare il governo di Matteo Renzi, i suoi prodigi, la sua energia. In realtà il premier continua a brillare per capacità tattiche – sa fiutare benissimo l’aria – e pochezza strategica. Costantino Ceoldo mi ha intervistato, per conto della Pravda, sulla situazione italiana. Potete leggere l’intervista in inglese qui e in italiano su Spondasud. Di seguito ripropongo il passaggio su Renzi.
Il premier Renzi all’improvviso sembra essere diventato antipatico a Bruxelles e, soprattutto, a Berlino. E’ finita la luna di miele?
Matteo Renzi si è reso conto di non poter davvero cambiare l’Italia, da un lato per le resistenze interne ma soprattutto per i vincoli imposti dai trattati europei che di fatto limitano moltissimo i poteri reali del governo. Aveva promesso una rinascita soprattutto economica contro “gufi” e “rosiconi” ma i dati dimostrano – e non è una sorpresa – che la ripresa non c’è, mentre la Ue pretende che faccia altre manovre di bilancio, dunque che imponga nuovi sacrifici per gli italiani. Insomma, si rende conto di essere in un angolo e allora tenta, peraltro maldestramente, di convincere l’Unione europea a cambiar le regole, indicandola al contempo come la responsabile dei suoi attuali e dei suoi futuri insuccessi. Non ha torto, sia chiaro, ma i suoi attacchi non rientrano in una strategia credibile; la sua è una fuga in avanti per questo non sortiscono alcun effetto.
Argomento che ho ripreso in parte anche nel mio intervento di ieri mattina in diretta a Omnibus su La7 (ne parlo sulla mia pagina Facebook), durante il quale ho ricordato come il premier italiano non goda di grande stima nelle capitali europee; al contrario, lo considerano un quaraquaqua e infatti l’Italia conta pochissimo. Ma dall’intervista alla Pravda desidero proporvi anche questo passaggio sul futuro del Paese:
Ci sono molte sfide e problemi che attendono l’Italia nel breve e medio termine e nessuna di esse può essere evitata. Che previsione si sente di fare al riguardo?
Pessimistica a breve: la Troika non si fermerà e questo significa che l’Italia corre il rischio di subire “cure” come quelle greca o portoghese che in realtà non guariscono ma fanno peggiorare la malattia. Lo scarso peso di Renzi rende l’Italia poco influente a livello internazionale e questo significa che le sciagurate politiche europee condotte finora verso la Russia e nel Nord Africa proseguiranno; il che significa forti tensioni alle porte di casa ed un aumento dei problemi legati all’immigrazione. Più immigrati in Paesi dove l’economia stagna e la disoccupazione è altissima, in un contesto di instabilità internazionale e di sfiducia, costituiscono un quadro potenzialmente esplosivo nel medio periodo. Un quadro da cui potrebbero scaturire sviluppi drammatici o – c’è da augurarselo – la voglia del popolo di cambiare davvero le cose. Tutto è possibile, quando non hai più nulla da perdere.
Preparatevi e non illudetevi: non sarà Renzi a salvare l’Italia.
di Marcello Foa
Questo articolo e’ stato pubblicato originariamente da Il Cuore del Mondo, blog de Il Giornale