L’organizzazione internazionale per i diritti umani boccia l’intesa con la Turchia sull’immigrazione: “Un colpo mortale al diritto di asilo”, ma soprattutto “non offre soluzioni sostenibili a lungo termine”.
L’intesa preliminare raggiunta tra Ue e Turchia è “un colpo mortale al diritto di cercare asilo” e indica un “allarmante atteggiamento di corto respiro e disumano” verso la gestione della crisi dei migranti. È quanto sottolinea Amnesty International in una nota in cui commenta i risultati del vertice Ue-Turchia della notte scorsa. “L’idea di scambiare rifugiati per rifugiati – osserva Iverna McGowan, responsabile dell’ufficio di Amnesty per le relazioni con le istituzioni europee – non è solo pericolosamente disumanizzante, ma non offre una soluzione sostenibile sul lungo termine” alla crisi in corso.
Eppure lunedì 7 marzo Gauri van Gulik, vice direttore per l’Europa e l’Asia Centrale di Amnesty International, aveva ammonito l’Unione europea di assumersi la responsabilità dei rifugiati e smetterla di usare la Turchia come “guardia di confine”, dal momento che si tratta di un paese che non può essere considerato sicuro per persone in cerca di asilo.
Per van Gulik i leader dell’Unione europea stanno concentrando il proprio impegno per far sì che i rifugiati restino in Turchia invece di condividere la responsabilità della loro protezione. Considerare la Turchia un paese sicuro per i rifugiati – ha detto l’esponente di Ai – “è assurdo”: molti rifugiati “vivono in condizioni terribili, alcuni sono stati deportati di nuovo in Siria e le forze di sicurezza hanno addirittura sparato a quei siriani che cercavano di passare il confine”.
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