Dalle ricostruzioni della polizia emerge un altro membro del commando Isis pronto a colpire tra i vagoni della metro. È ricercato a 360 gradi in tutta Europa, ma ancora non è chiaro se si è fatto esplodere o è fuggito.
Con il passare delle ore, emergono nuovi elementi raccolti grazie alla testimonianza del taxista che ha portato i tre terroristi in aeroporto. È grazie a lui che gli agenti hanno individuato il covo di Schaerbeek. Appena partito, il taxista ha rivelato di aver sentito un forte odore di ammoniaca, ma lì per lì non si era preoccupato troppo. Evidentemente si trattava del materiale esplosivo contenuto nelle valigie.
Ha inoltre raccontato che i due uomini vestiti di nero, i kamikaze Ibrahim El Bakraoui e Najim Laachraoui, sono rimasti in silenzio. Parlava solo il terzo, quello che non si è fatto esplodere. Parlava degli americani, ha inveito più volte contro gli Stati Uniti. E parecchi americani sono rimasti vittime degli attentati, compiuti proprio vicino al banco dell’American Airlines.
L’identikit del quinto uomo
Intanto continua la caccia all’uomo. Identificato Najim Laachraoui come uno dei due kamikaze dell’aeroporto, in fuga c’è sicuramente l’individuo che compare con la giacca bianca e il cappello da pesca nel video diffuso subito dopo gli attentati. Quello che avrebbe lasciato in aeroporto una valigia-bomba, che fortunatamente non è esplosa. Quello che c’è l’aveva con gli americani. Ma potrebbe esserci un altro uomo coinvolto nel doppio blitz: la video sorveglianza della metropolitana ha infatti ripreso un presunto complice di Khalid El Bakraoui che portava una grossa borsa. Anche lui si è fatto esplodere? Oppure è fuggito? Per ora non ci sono certezze. La polizia ha diffuso un identikit e lo sta cercando ovunque, anche in collaborazione con le intelligence e le forze di polizia di altri Paesi.
Estratto da La Stampa