Nella grande incertezza che caratterizza le economie negli Stati Uniti e in Europa, con le banche centrali sole attrici tramite politiche monetarie volte a rivitalizzare una crescita asfittica, la Federal Reserve ha annunciato – senza passare per i media – che lunedì prossimo 11 aprile alle 11:30 si terra’ un meeting a porte chiuse del Consiglio dei Governatori, il braccio strategico e pensante della Banca Centrale Usa.
Come si legge nella comunicazione (immagine sopra) la riunione e’ stata convocata “con procedura accelerata”, in modo che il Board of Governors possa valutare e determinare in anticipo il tasso di sconto imposto alle banche del sistema federale. Da notare che l’ultima volta che la Fed ha convocato un meeting simile, accadde il 21 novembre 2015, meno di un mese prima di decidere il primo rialzo dei tassi in 10 anni.
Dagli ultimi verbali del FOMC (Federal Open Market Committee, il braccio operativo della Fed) conosciuti sul meracato come “minute”, traspare cautela da parte della Banca Centrale Usa sui futuri rialzi dei tassi che, comunque, avverranno nel corso dell’anno. Il capo economista di Morgan Stanley dice per esempio che prima di dicembre la Fed non si appresta a modificare la politica monetaria. Dalle ultime dichiarazioni della chair Janet Yellen sembra però da escludere la pista che porta ad un rialzo alla fine di aprile, mentre prende corpo l’ipotesi per una stretta a giugno. La riunione convocata “con procedura accelerata” per lunedì prossimo, ovviamente introduce un elemento di sopresa non previsto, ricco di incognite.
Sul fronte europeo invece, i verbali della BCE e le dichiarazioni del presidente Mario Draghi hanno messo in evidenza le preoccupazioni della banca centrale in merito all’arrivo di nuovi shock per l’Eurozona. Nella riunione di marzo i membri del board hanno parlato di possibili ulteriori tagli ai tassi di interesse. Secondo gli analisti di Intesa San Paolo, non è da escludere un possibile nuovo taglio nell’ordine di 10-20 punti base, pur sottolineando che la BCE non stia prendendo in considerazione l’idea di scendere in un’area con tassi eccessivamente sottozero.
Prossimi rialzi dipenderanno da dati – Fed San Francisco
Ieri il presidente della Fed di San Francisco John Williams ha dichiarato che i rischi economici globali permangono e che il rialzo dei tassi Usa continuerà a dipendere dai dati macroeconomici in arrivo nelle prossime settimane. Il governatore californiano della Federal Reserve vede segnali contrastanti nell’economia globale, per cui permane la consapevolezza che la crescita economica sta rallentando con ripercussioni sugli USA, senza contare la variabile del prezzo del petrolio. Il banchiere ha sottolineato che il FOMC monitorerà attentamente i futuri dati macro e, se positivi come lui si aspetta, la Fed procederà con un graduale rialzo dei tassi come annunciato diverse volte dalla presidente Janet Yellen. Williams non è un membro votante del FOMC ma negli ultimi tempi si è espresso sempre a favore di un rialzo dei tassi. Resta il fatto che i vari governatori locali della banca centrale americana parlano fin troppo troppo. E prevedere l’andamento dell’economia resta un esercizio molto difficile.
di Cesare Mais