Arriva l’archivio nazionale dei numeri civici, un “cervellone” informatico che mapperà tutto il territorio rendendo difficile la sopravvivenza della cosiddette “case fantasma”, ovvero gli immobili nascosti al fisco. È ormai pronto il decreto che detta le regole e le tappe per la realizzazione della nuova banca dati, tassello fondamentale anche per l’attesa riforma del catasto.
Vie, piazze, vicoli, abitazioni, uffici, locali (con tanto di accessi interni, esterni, principali e secondari) finiranno in un registro unico, digitale e aggiornato in tempo reale. La sigla ufficiale è Anncsu, un acronimo complicato da pronunciare che sta per “Archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane”. L’obiettivo è avere un magazzino di informazioni, su strade e indirizzi, affidabili, completi, informatizzati, senza duplicazioni, e inseriti attraverso un meccanismo di codificazione omogeneo, che permetta alle varie banche dati di dialogare. Stando alla bozza del decreto, che attua quanto previsto sin dal 2012, c’è una “timeline” serrata da rispettare. La prima tappa è fissata a soli “30 giorni” di tempo dalla pubblicazione del provvedimento in gazzetta ufficiale.
Entro un mese, infatti, Istat e Agenzia delle Entrate dovranno aver messo a punto “l’infrastruttura tecnologica” dell’Anncsu. Si tratta di integrare “data-set” oggi separati, quello statistico e quello fiscale. Un ruolo di primo piano spetta ai Comuni: saranno loro a popolare il nuovo archivio, tanto che, si legge nello schema di Dpcm, “nei successivi sessanta giorni” ciascun municipio sarà chiamato a comunicare “il nominativo e i riferimenti del responsabile preposto alla tenuta dello stradario e indirizzario comunale, abilitato alle funzionalità di inserimento e di modifica dei dati”. Nella mega lista confluiranno quindi milioni di indirizzi, ma non si tratta di una semplice fotografia dell’esistente. È prevista la stesura del cosiddetto “piano ecografico”, per cui il comune “assegna a ciascuna area di circolazione una propria distinta denominazione nonché un numero civico progressivo a ciascun accesso ad essa appartenente”.
Insomma si va verso un restyling completo, che nell’era delle mappe digitali, cercherà di portare alla luce tutte le zone grigie. D’altra parte il processo rientra anche nel piano per il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che lo stesso decreto disciplina, prevedendo la conclusione della fase di lancio, affidata sempre all’Istat, entro la fine del 2017. Intanto già domani si dovrebbe raggiungere l’intesa in conferenza unificata, con Regioni e Anci, sul provvedimento. Poi toccherà all’Istituto di statistica e all’Agenzia delle Entrate, che dovranno definire le specifiche tecniche per l’accesso all’Archivio dei numeri civici.