Beffa Panama Papers: nonostante Antimafia ed Entrate 350 società resteranno segrete

La Procura nazionale Antimafia e l’Agenzia delle Entrate hanno chiesto ufficialmente accesso ai file segreti dei cosiddetti Panama Papers. La conferma è arrivata direttamente dai giornalisti che seguono …

La Procura nazionale Antimafia e l’Agenzia delle Entrate hanno chiesto ufficialmente accesso ai file segreti dei cosiddetti Panama Papers.

La conferma è arrivata direttamente dai giornalisti che seguono l’inchiesta per l’Espresso, Vittorio Malaguti e Paolo Biondani, che si sono lasciati scappare l’informazione riservata, rivelando così che i due uffici stanno indagando a fondo, per arrivare a scoprire cosa e chi c’è veramente dietro quelle società gestite dallo studio Mossack Fonseca.

Il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, in più di un’occasione ha ricordato che i titolari di qualunque società devono essere identificati, secondo un preciso obbligo di legge, in vigore ormai dal lontano 1991, secondo la quale in Italia tutte le azioni sono nominative e le intestazioni anonime non sono ammesse: una regola fissata già dalla prima convenzione internazionale contro il riciclaggio di denaro sporco, applicata in tutti i Paesi civili da più di 25 anni.

Il problema, però, è che sarà quasi impossibile togliere il velo dalle quasi 350 società al portatore create a Panama e collegate all’Italia che sono presenti nei file. Non ci sono nomi, riferimenti e senza la collaborazione dello studio Mossack Fonseca (che non ha obblighi in questo senso) tutto svanirà nel nulla.

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