Non più solo i carri armati: ora la Svizzera vuole blindare i confini anche con l’impiego di barriere in filo spinato. Tre settimane dopo le notizie di schieramenti dell’esercito alla frontiera per proteggere la Confederazione Elvetica da un possibile afflusso incontrollato di migranti durante il periodo estivo, l’ultima proposta per impedire l’arrivo dei profughi prevede barriere fisiche a sigillare i passi alpini.
Il nuovo specialista per la politica d’asilo dell’Unione Democratica di Centro (il partito che ha trionfato alle elezioni federali di ottobre, ndr), Andreas Glarner, ha chiesto ai Comuni di non accettare più nessun richiedente asilo e ha proposto l’uso del filo spinato al confine.
Non solo. L’Udc suggerisce addirittura la possibilità di non esaminare tutte le richieste d’asilo: “Di fronte a una tale migrazione di massa, si può ammettere che non sia possibile esaminare tutte le richieste – spiega Glarner – Un controllo sistematico in dogana avrebbe fortissime ripercussioni sull’immigrazione.”
Vista la chiusura dei confini francesi e austriaci, l’attenzione è – ovviamente – puntata alla dogana italiana. “Siamo di fronte a un’invasione di richiedenti asilo – ha dichiarato il politico elvetico al quotidiano Tages Anzeiger – L’unico ingresso per l’Europa passa dall’Italia. Nessuno vuole restare in Italia, così tutti arriveranno in Svizzera”.
Il modello è quello della municipalità Oberwil-Lieli, in Argovia, dove l’amministrazione comunale e cittadini si sono tassati, Glarner sindaco, pur di non accogliere i migranti sul proprio territorio. Resta da capire se la proposta di Glarner verrà presentata formalmente agli organi legislativi federali.