Pochi giorni fa, Donald Trump aveva fatto un passo indietro sul divieto d’ingresso per i musulmani negli Stati Uniti, affermando che la sua era soltanto “una proposta”, per un periodo limitato. Ieri, l’ormai certo candidato repubblicano alle presidenziali statunitensi ha invece predetto che i rifugiati che stanno entrando ora nel Paese compiranno “un altro 11 Settembre”.
In un programma radiofonico del National Border Patron Council, Green Line, Trump si è detto d’accordo con il conduttore del programma, secondo cui è necessario un attacco in stile 11 Settembre per “svegliare la gente sulla sicurezza dei confini e prenderla seriamente”, poi ha detto di non avere “dubbi” sul fatto che i futuri terroristi stiano già entrando negli Stati Uniti.
“Succederanno molte cose brutte. Ci saranno degli attacchi portati da persone che proprio ora stanno venendo nel nostro Paese, non ho dubbi. Il nostro Paese ha già abbastanza difficoltà, senza lasciare che i siriani arrivino in massa; poi non sappiamo se siano siriani, non sappiamo da dove vengano, non ne abbiamo idea. Potrebbero essere quelli dell’Isis. Voglio dire – ha detto durante il programma del sindacato degli agenti di frontiera – hanno dei telefoni cellulari. Non hanno soldi, non hanno nulla, ma hanno i telefoni cellulari? Chi paga le loro ricariche? Hanno telefoni cellulari con sopra la bandiera dell’Isis. E noi dovremmo dire ‘non è meraviglioso che li stiamo accogliendo?’.
Siamo guidati da persone che sono incompetenti, oppure che non hanno a cuore l’interesse del Paese”. L’opposizione di Trump nei confronti dei musulmani era già nota e non è nemmeno la prima volta che si dimostra ossessionato dai telefoni cellulari in mano ai rifugiati, visto che ne aveva parlato negli stessi termini già durante un dibattito per le primarie repubblicane a dicembre e almeno in un comizio in Arizona, secondo il New York Magazine.
Le sue parole sui musulmani sono inoltre al centro della polemica con il Regno Unito. Trump prevede “rapporti non tanto buoni” con il primo ministro David Cameron, che ha definito “stupidi” i suoi propositi di bloccare l’ingresso dei musulmani negli Stati Uniti. Il problema delle relazioni con il Regno Unito, in caso di elezione di Trump alla Casa Bianca, si estenderebbe anche al sindaco di Londra Sadiq Khan, che lo ha accusato di avere una visione “ignorante” dell’Islam.
“Mi ricorderò di queste dichiarazioni”, ha avvertito il quasi certo candidato repubblicano alle presidenziali di novembre, in un’intervista al canale Itv. Cameron si è rifiutato di ritirare i commenti su Trump(“divisivi, stupidi e sbagliati”, ha detto) e il magnate americano si è difeso: “Non sono stupido”, ha detto nell’intervista; “sono una persona che unisce, contrariamente all’attuale presidente, io sono uno che unisce”. “Credo che abbia fatto commenti maleducati e francamente gli dico che me li ricorderò” ha aggiunto Trump, parlando di Cameron. Su Khan, ha detto di essersi offeso, ma “di lui mi importa poco”.
Intanto, il presidente Barack Obama ha colto l’occasione di una cerimonia di consegna dei diplomi in New Jersey per mettere in guardia da persone come Trump, sostenendo che “l’ignoranza non è una virtù”. “Il mondo – ha detto il presidente – non è mai stato così interconnesso e lo diventa ogni giorno di più. Costruire muri (come vorrebbe fare Trump, al confine con il Messico, ndr) non cambierà le cose”.