Patto tra Verdini e Angelucci: licenziato Belpietro, arriva Feltri a sostenere la “riforma”. Le grandi manovre nell’editoria quotidiana italiana portano tutte verso la stessa direzione: il premier Matteo Renzi sta concentrando nella sua area politica (il PD come partito della Nazione) i maggiori quotidiani del paese. Il tutto avviene con tempismo nel semestre che precede il referendum sulla riforma della Costituzione, in cui il governo Renzi si gioca la sopravvivenza.
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In questi giorni prende forma il giornale unico del sì: dopo Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa, anche Libero e Il Tempo passano in sostanza a Renzi e faranno propaganda a favore della riforma costituzionale.
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E’ stato lui ad annunciarlo durante la riunione di redazione. “L’editore mi ha comunicato che questo è il mio ultimo numero”. Maurizio Belpietro lascia la direzione di “Libero”, il giornale che guidava da 7 anni. Non dimissioni: di fatto, un licenziamento. L’editore è Antonio Angelucci, imprenditore nel settore sanitario, senatore di Forza Italia, ma anche grande amico di Denis Verdini, che quel partito lo ha lasciato in ossequio allo spirito del Nazareno.
Alla direzione arriva colui che il quotidiano lo ha fondato, quello stesso Vittorio Feltri che a inizio maggio aveva fatto il suo ritorno come “firma” e aveva subito mandato un segnale netto. Un editoriale in cui decretava la fine di Berlusconi descrivendolo come una “macchietta” alla mercè del “cerchio magico, una specie di gineceo”.
Perché la famiglia Angelucci ha sostituito Maurizio Belpietro con Vittorio Feltri come direttore del quotidiano Libero? E’ la domanda che in queste ore si fanno giornalisti, politici e addetti ai lavori dopo il ribaltone annunciato alla direzione del quotidiano con il ritorno di Feltri per la terza volta alla testa del giornale milanese.
C’è chi dice che l’editore spingeva per una posizione di peso e più rilevante sulla prima pagina del quotidiano per gli editoriali di Feltri, strappato alla concorrenza del quotidiano il Giornale diretto da Alessandro Sallusti. Mentre Belpietro, come è stato chiaro ai lettori del quotidiano fin dall’inizio del ritorno di Feltri come firma di Libero, relegava in una posizione non preminente i pezzi di Feltri. D’altronde l’ingaggio di Feltri aveva pure provato il subbuglio e le critiche del comitato di redazione del quotidiano degli Angelucci anche per ragioni economiche.
Anche di questo si sarebbe parlato giorni fa in un incontro fra Angelucci jr, il direttore generale di Libero e il direttore Belpietro. Ma dietro il “posizionamento” dei pezzi di Feltri c’è un’altra questione, più politica ed editoriale, secondo la ricostruzione di Formiche.net. Questione che era chiara già nel primo articolo firmato da Feltri nel suo ritorno a Libero in cui “rottamava” definitivamente Silvio Berlusconi. “Perché penso che Berlusconi sia finito”, questo è stato il titolo inequivocabile. Inequivocabile da due punti di vista. Primo: L’ex direttore e firma del Giornale, quello è che da alcuni ritenuto l’erede di Indro Montanelli, ha bistrattato il leader di Forza Italia celebrando di fatto la morte politica del suo ex editore. Secondo: in quel “penso” del titolo di Belpietro al pezzo di Feltri era implicita una presa di distanza di Belpietro dalla tesi personale di Feltri. Inoltre, a riprova di un certo antiberlusconismo in chiave nazareno, Feltri ha consigliato venerdì scorso un bel sì a Silvio Berlusconi in occasione del referendum sulla Costituzione (quando invece il Cav. si è attestato sul no).
Ora si verificherà se questo neo anti berlusconismo di Feltri, e dunque di Libero, si tramuterà in una linea di sponda all’azione di Matteo Salvini e Giorgia Meloni (due politici seguiti con attenzione e tutt’altro che con astio dal quotidiano diretto fino al 18 maggio da Belpietro) oppure in una impostazione più “nazarena”, ovvero di non antagonismo rispetto alla collaborazione in maggioranza fra Denis Verdini e Matteo Renzi.
Mulder
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Consuelo…mah..potrebbe anche essere, al peggio non c’e’ limite.
Forse , nel caso non fosse ritenuta sufficiente la nostra Democrazia, qualcuno potrebbe anche rifornire il nostro Paese, mentre sta facendo il pieno sulle coste del Mediterraneo…ed anche… per economia di scala !!
Oltre Atlantico ne hanno cosi’ tanta che non sanno dove metterla…!!
Consuelo
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Oggi mi sono divertita a leggere commenti sul referendum. Chi vota sì, turandosi il naso (così scrivono) lo motivano con il fatto che temono qualcuno di peggio. Sic! che motivazioni ponderate. Ma si può?
Mulder
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Bene…vinca il NO, ma forse Renzi ha in mente qualche “birbonata” per non andare a casa…
Luca C.
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Luca
robyuankenobi
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Consuelo
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http://www.iovotono.it/
belfagor
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ronin
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…per quanto riguarda il referendum costituzionale, sto con quello che hanno scritto mario giordano e maurizio belpietro e non con feltri…
robyuankenobi
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