«La direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) permette alle banche in situazione di default di prelevare dai conti dei clienti. Si tratta di passare dal bail-out (salvataggio delle banche da parte degli Stati) al bail-in (salvataggio delle banche da parte dei suoi creditori e dei suoi clienti).
Andando oltre lo scandalo che questo rappresenta, perlomeno si permetterebbe di risanare il dispositivo finanziario: una crisi bancaria resterebbe confinata al settore, lo Stato non sarebbe più messo in difficoltà, dovendo intervenire massicciamente e con urgenza. Una crisi bancaria non si trasforma più in crisi sovrana, questo è l’obiettivo dei promotori della direttiva.
Un obiettivo raggiungibile concretamente ? No, secondo uno studio Natixis che ha preso in considerazione i CDS (Credit Default Swap), i quali permettono di misurare il rischio di default su un credito. Quando era stato stabilito – nel giugno 2015 – che la direttiva entrasse in vigore in tutti i paesi della Zona euro il 1. gennaio 2016, il prezzo dei CDS sulle banche era salito di molto, a significare che gli azionisti, i detentori di obbligazioni e i clienti che incasseranno le perdite non saranno sufficienti e che la banca potrà comunque fallire (perlomeno, è quanto percepito dai mercati). Primo fallimento della direttiva BRRD.
Si nota anche, a partire dal giugno 2015, un rialzo meno marcato ma significativo dei CDS sovrani, che statisticamente si spiega con l’aumento dei CDS delle banche. E’ il caso per Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania. Il che significa che i mercati non credono che il bail-in sarà sufficiente e che sarà necessario l’intervento degli Stati per salvare le banche in difficoltà. Secondo fallimento della direttiva BRRD.
La lista dei paesi il cui rischio (misurato dai CDS) è aumentato da giugno 2015 è rivelatrice : i paesi del sud Europa, ma anche la Francia e la Germania. Non sorprende, i mercati considerano il rischio Deutsche Bank, una banca la cui cifra di prodotti derivati va ben oltre l’indebitamento. Nessun paese può ritenersi al riparo da una crisi bancaria.
Si può concludere che la direttiva BRRD non risolve molto, permette solo di servirsi dai conti dei risparmiatori, si tratta di un mezzo supplementare di gestione di crisi nell’interesse degli Stati e dei colossi bancari. Le banche sono prese tra l’incudine dei tassi bassi e il martello dei mercati volatili ».
di Philippe Herlin