A due giorni dall’attesissimo referendum sulla Brexit (l’uscita o la permanenza del Regno Unito nell’Ue), che il mondo intero segue con spasmodica attenzione, lo storico stadio di Wembley, teatro di memorabili partite di calcio, sarà teatro del duello tra pro-Ue e anti-Ue.
Campioni della ‘singolar tenzone’ l’ex sindaco di Londra, il conservatore (che usa la Brexit per guidare la fronda interna al premier David Cameron) Boris Johnson, ed il suo successore, il laburista Sadiq Khan, difensore del ‘remain’. I sondaggi danno le due fazioni testa a testa con vantaggi contro la Brexit statisticamente irrilevanti.
Nello scontro – che vede tra le possibili vittime della Brexit l’economia britannica – si è inserito uno che se ne intende: il magnate George Soros. Il finanziere (ora filantropo) di origini ungheresi che nel 1992 scommise contro la sterlina e la lira e vinse affossando le due valute nella peggiore crisi dell’allora Sme, ritiene che la vittoria della Brexit portera’ al crollo del ‘pound’: “Vedremo una settimana finire con un venerdi’ nero’ (il giorno dopo il voto) e gravi conseguenze per la gente comunque”, ha scritto Soros sul Guardian (vedi anche articolo a fondo pagina>>> Soros: conseguenze Brexit su sterlina peggiori che nel 1992). Progressista Guardian che oggi si è schierato senza riserva a favore del ‘remain’ mentre sul fronte opposto il conservatore Daily Telegraph si e’ espresso per la Brexit.
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Per quanto possa apparire noioso, il tema Brexit continua ad essere predominante sui mercati, mano a mano che il 23 giugno si avvicina. Dagli ultimi sondaggi arrivano indicazioni contrastanti che non hanno modificato il serrato testa a testa tra i due schieramenti. Ottimismo crescente invece tra i bookmakers, che in media quotano la probabilità del “ Remain ” all’80% circa. Di conseguenza tonica la sterlina, che sta provando questa mattina a rompere al rialzo le medie mobili a 200gg vs Usd. Tutto questo, malgrado il richiamo da parte di Soros al rischio di deprezzamento della sterlina del 20% in caso di Brexit. Questa sera alle 21 ora italiana, andrà in onda sulla BBC un confronto molto atteso di 2 ore tra esponenti delle 2 opposte parti (tra cui sia l’ex sia il nuovo sindaco di Londra), denominato “ The Great Debate ”. Molti analisti segnalano l’importanza dei sondaggi successivi a tale dibattito, per avere un quadro più preciso (almeno si spera) sulle intenzioni di voto.
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Soros: conseguenze Brexit su sterlina peggiori che nel 1992
Nel 1992 George Soros ha ridotto sul lastrico la Bank of England, banca centrale del Regno Unito, guadagnando miliardi grazie alla vendite allo scoperto della sterlina (GBP).
Ora il famoso trader a livello internazionale avverte il mondo che il referendum sulla Brexit, in cui gli inglesi dovranno decidere se rimanere nell’Unione Europea, porterà ad un destino peggiore per la sterlina inglese – e per l’economia dell’intero Paese – più di quanto non abbia fatto nel mercoledì nero di 24 anni fa.
In un editoriale per il giornale britannico Guardian pubblicato martedì, Soros ricorda al suo pubblico di essere passato alla storia per aver dato il via alla svalutazione della sterlina nel 1992, che ha portato all’esclusione della valuta dagli Accordi europei di cambio (European exchange-rate mechanism). Tutto questo perché la sterlina era altamente sopravvalutata e da anni difesa da alti tassi di interesse.
Se da una parte alcuni ritengono che la Brexit potrebbe portare ad una svalutazione della sterlina molto simile a quella avvenuta nel 1992, Soros non ne è convinto. Ecco tre buone ragioni dell’investitore che cui il destino della sterlina sarà ben peggiore del crollo di 24 anni fa.
In primo luogo, nel 1992 la Bank of England ha avuto modo di tagliare i tassi di interesse dopo la svalutazione della sterlina. Ad oggi una soluzione del genere non sarà possibile perché i tassi di interesse sono già quasi vicini allo zero, spiega Soros.
Se il crollo dei prezzi delle case e la perdita di posti di lavoro provocasse una recessione dopo la Brexit, come è probabile che sia, la politica monetaria potrà fare ben poco per stimolare l’economia e contrastare la conseguente perdita della domanda.
In secondo luogo, il deficit inglese delle partite correnti è molto più alto di quanto non lo fosse nel 1992. In realtà, scrive Soros, il Regno Unito è dipendente da capitale straniero più di quanto non abbia mai fatto. Secondo Soros non ci sarà alcun aumento dei flussi di capitale come a seguito del 1992: dopo la Brexit è “quasi certo che si muoveranno nella direzione opposta”.
Infine, Soros ritiene che una svalutazione post-Brexit probabilmente non aumenterà le esportazioni del manifatturiero come accaduto nel 1992 “perché la situazione del commercio sarebbe troppo incerta per le imprese britanniche per poter dare il via a nuovi investimenti, assumere più lavoratori o comunque per aumentare la capacità di esportazione”.
Il destino della sterlina secondo Soros
Lo scenario post-Brexit più probabile per la sterlina sarà molto più simile al crollo doloroso del 1967 che alla svalutazione del ‘92 – commenta Soros.
Ma oggi le forze speculative sui mercati sono “molto più grandi e più forti” di quanto non lo fossero nel 1967, conseguenze sottovalutate sia dal governo U.K. che dagli elettori.
“La Brexit renderà alcune persone molto ricche, ma la maggior parte degli elettori diventeranno molto più poveri”
conclude Soros, aggiungendo che un voto a favore dell’uscita del Regno Unito dall’UE potrebbe portare ad un nuovo «venerdì nero».
Consuelo
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George Soros ha ammesso che la Russia sta diventando una potenza mondiale. Allo stesso tempo, secondo i globalisti e plutocrati, l’Unione europea è sull’orlo del collasso.
E’ quanto ha asserito in un forum a Londra, organizzato dall’oligarca russo Mikhail Khodorkovsky .
L’americano multi-miliardario avrà deciso di impegnarsi apertamente nel processo di preparazione delle rivoluzioni colorate in Russia in collaborazione con l’oligarca.?