Fischi per Sanders dopo il suo endorsement ad Hillary Clinton, alla convention democratica che si tiene a Filadelfia per incoronare la ex-first lady nella nomination alla Casa Bianca. E’ successo dopo una frase di Bernie Sanders, durante un discorso ai suoi delegati della convention di Filadelfia. I malumori sono partiti dopo la frase di Sanders, il candidato dem sconfitto alle primarie: “La priorità assoluta è sconfiggere Donald Trump eleggendo Hillary Clinton e Tim Kaine”. Da qui si è scatenata l’ira, manifestatasi con fischi e con un’aperta contestazione (video qui sotto). Alla Convention ogni volta che un delegato sul podio nomina Hillary Clinton, un coro di buuu scuota l’enorme catino dello stadio. Non si era mai visto un partito Democratico tanto spaccato, con la rivolta contro la candidata in vista della nomination, un vero regalo per il repubblicano Donald Trump (vedi articolo a fondo pagina) che in teoria dovrebbe essere il nemico da battere.
La convention democratica si tiene a Filadelfia fino al 28 luglio ed era già destinata a partire col piede sbagliato per l’ex first lady, che incassa l’importante endorsement dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, ma che deve fare i conti con l’ala liberal del partito che promette battaglia. E crea imbarazzo lo scandalo delle email di partito in cui emerge come i vertici del partito tramarono durante le primarie alle spalle di Bernie Sanders, per favorire proprio la Clinton. Una vicenda che ha portato alle clamorose dimissioni di Debbie Wasserman Schultz, la presidente del Democratic National Committee molto vicina a Barack Obama e che avrebbe dovuto presiedere la convention.
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Improbabile la difesa della campagna di Hillary che punta il dito sulla Russia di Vladimir Putin: “Sono stati loro a rubare e a causare la fuga delle email, per favorire Trump”. Intanto Bernie Sanders definisce “indecente” la vicenda e i suoi delegati sono sul piede di guerra. Cosi’ come i suoi sostenitori che si prevede invaderanno le strade di Filadelfia nei prossimi giorni.
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L’appoggio di Bloomberg potrebbe allentare la pressione sulla candidata, così come il nuovo intervento di Barack Obama, tornato a ribadire che Hillary “è il candidato più preparato di sempre”. Il presidente, cosi’ come l’ex sindaco di New York, interverranno alla convention democratica mercoledì. La first Lady, Michelle Obama, invece, parla nel giorno di apertura: un intervento atteso, ad una settimana di distanza dalle accuse di plagio da parte di Melania Trump, e ad otto anni di distanza da quando Michelle salì sul palco della convention democratica per spiegare perché il marito aveva battuto Hillary nelle primarie. Michelle, con la sua oratoria ficcante e senza giri di parole, toccherà probabilmente alcuni temi spigolosi, quali le tensioni razziali, tema che le sta a cuore fin da giovane, tanto da averlo affrontato nella sua tesi a Princeton. E c’è chi sostiene che il suo potrebbe essere il primo vero discorso politico di una first lady, il cui futuro è ancora tutto da scrivere.
La First Lady, Michelle Obama, interviene nel giorno di apertura. (Ansa)
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Se si votasse oggi Donald Trump diventerebbe il presidente degli Stati Uniti. Trump ha infatti il 56,7% delle chance di vittoria secondo l’Election Forecast di FiveThirthyEight, mentre Hillary Clinton ha il 43,3% di chance. La previsione non è di un sondaggista qualsiasi ma di Nate Silver, il “mago” dei pronostici nelle elezioni presidenziali: nel 2008 (Obama contro McCain) indovinò i risultati in 49 dei 50 Stati e in quelle del 2012 (Obama contro Romney) fece ancora meglio, 50 su 50.
In particolare, usando il suo modello statistico, Nate Silver dà al candidato repubblicano Donald Trump il 56,7% delle possibilità di vincere la presidenza, contro il 43,3% della candidata democratica Hillary Clinton. Lo fa con i numeri, frutto di calcoli che l’ex opinionista di New York Times e Wall Street Journal difficilmente sbaglia.
Ben 11 stati in cui la competizione è considerata aperta (Colorado, Virginia e Michigan sarebbe andato a Clinton, mentre Florida, Nevada, New Hampshire, North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Wisconsin e Iowa) dovrebbero andare a Trump.
Un dato pesante nel giorno in cui un sondaggio della Cnn rivela il sorpasso di Trump sulla Clinton, col tycoon per la prima volta al 48%, contro il 45% della rivale.
(Il fermo immagine dal blog FiveThirtyEight)
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da La Stampa
Consuelo
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Secondo Moore sono cinque i motivi per cui Trump vincerà le elezioni presidenziali di novembre: 1) “La matematica del Midwest. Ovvero, benvenuti nella Brexit della Rust Belt”. Il consenso degli abitanti della cosiddetta “Rust Belt”, Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin, porterà Trump ad ottenere la vittoria. Secondo Moore “quello che è successo nel Regno Unito con la Brexit succederà anche qui” in quanto “questa America è come il centro dell’Inghilterra: al verde, depresso, in difficoltà” per cui i cittadini saranno propensi a votare l’outsider Trump al fine di “opporsi a tutti quelli che hanno distrutto il loro Sogno Americano!”…..
http://parstoday.com/it/news/world-i30637-michael_moore_ecco_5_motivi_per_cui_trump_vincer%C3%A0
Non dimenticare la profezia dei Simpson che vide Trump come futuro Presidente.
m.mazzoni
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