La Federal Reserve ha deciso di attendere nuovi dati sull’andamento dell’economia americana prima di varare il prossimo aumento dei tassi d’interesse. Ma la banca centrale degli Stati Uniti, guidata da Janet Yellen (nella foto al centro), non è stata unanime nella decisione. E’ quanto emerge dai verbali dell’ultima riunione a Washington, in base ai quali si deduce che alcuni governatori, nel corso del dibattito, si sono detti a favore di un aumento dei tassi gia’ nel meeting del FOMC (Federal Open Market Committee) del 26-27 luglio.
Alcuni membri del board a nome delle Federal Reserve regionali si sono dichiarati preoccupati per i rischi finanziari legati ai tassi troppo bassi troppo a lungo. Ma in fase di votazione la dissonanza ha avuto poca voce. In particolare, al momento del voto, hanno detto si ufficialmente a un rinvio del rialzo dei tassi fin quando non vi saranno ulteriori dati che ne confermino l’urgenza, Janet L. Yellen, William C. Dudley, Lael Brainard, James Bullard, Stanley Fischer, Loretta J. Mester, Jerome H. Powell, Eric Rosengren e Daniel K. Tarullo, ha votato no Esther L. George.
Per la prima volta, inoltre, si evince dalla “minute” della banca centrale Usa (il meeting avviene ogni 6 settimane) si è parlato esplicitamente dei rischi legati al sistema bancario italiano e ai crediti in sofferenza.
Si legge testualmente nei verbali della Fed riferiti a luglio e resi noti oggi:
“Nella discussione degli sviluppi relativi alla stabilità finanziaria, è stato osservato che mentre la posizione di capitale e di liquidità delle banche statunitensi è rimasta forte, le banche europee, in particolare le banche italiane, sono sotto pressione – come testimoniano i forti ribassi dei loro prezzi azionari – per via del più debole scenario economico in quella regione, i margini di interesse sottili, e le preoccupazioni circa la qualità dei loro portafogli crediti”.
Non era mai accaduto che la Federal Reserve si occupasse formalmente della debolezza del sistema bancario italiano.
robyuankenobi
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m.mazzoni
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Del resto è quello che fanno già anche con altri attivi “extend and pretend”, si fa finta che siano in bonis, anche se magari i debitori non lo sono più, solo perché si sono ristrutturati i termini di scadenza.
Consuelo
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Ciao, con simpatia
robyuankenobi
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robyuankenobi
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