Gli sfidanti per la corsa alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump, hanno dato il via allo sprint finale della campagna elettorale presidenziale negli ultimi due mesi che li separano dal voto. Entrambi sono scesi in campo in Ohio, stato chiave, nel corso del Labor Day, giorno in cui tradizionalmente viene lanciata la fase finale della campagna elettorale, per parlare dei loro argomenti a favore dei lavoratori.
Secondo gli ultimi sondaggi Clinton mantiene un piccolo vantaggio a livello nazionale su Trump, ma il candidato repubblicano con i suoi toni poco ortodossi e che spesso gli hanno attirato più di una critica non intende cedere il passo nei prossimi 64 giorni. “Non do nulla, in nessun luogo per scontato”, ha dichiarato Clinton parlando davanti a più di 1.000 persone a Cleveland. Trump era già atterrato nella stessa città ore prima di Clinton per il suo evento e i loro due aerei, il nuovo jet di Clinton con lo slogan “Più forti insieme” e quello privato di Trump, sono rimasti posteggiati a poche centinaia di metri di distanza.
“Sono pronta. Sono più che pronta”, ha aggiunto Clinton lanciando la corsa finale verso l’obiettivo di diventare il primo presidente donna degli Stati Uniti. Nel suo discorso, però, si è dovuta interrompere più di una volta a causa di pesanti attacchi di tosse che l’hanno costretta quasi a bisbigliare.
Un incidente che sicuramente non passerà inosservato agli occhi di coloro che sottolineano il precario stato di salute della 68enne candidata democratica, ipotesi sempre negate da Clinton come “teorie cospiratorie”, perché la sua tosse dipende dalle allergie stagionali. Clinton, però, non si è risparmiata in Ohio: volendo rispondere alle critiche di Trump e dei giornalisti di non aver organizzato una vera conferenza stampa in nove mesi, ha concesso domande e risposte per più di 22 minuti, parlando anche delle tensioni con la Russia sullo spionaggio cybernetico.
La candidata democratica alla Casa Bianca ha infatti espresso “serie” preoccupazioni per le possibili interferenze da parte di Mosca nel processo elettorale americano attraverso attacchi cibernetici intensivi a danno del partito Democratico. L’ipotesi che la Russia sia direttamente coinvolta in questi cyber-attacchi, come quello avvenuto ai registri elettorali in Arizona, “fa sorgere seri dubbi a proposito della potenziale interferenza russa nel nostro processo elettorale”, ha dichiarato ai giornalisti a bordo del suo nuovo aereo, mentre era in viaggio verso l’Illinois.
“Non c’è mai stata una potenza straniera antagonista coinvolta nel nostro processo elettorale e non abbiamo mai avuto un candidato di uno dei principali partiti che spingesse i russi ad attaccare ancora di più”, ha criticato Clinton, senza usare mai la parola guerra cibernetica.
L’ex segretario di Stato Usa, inoltre, ha rifiutato l’invito del presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, per una visita nel Paese dopo quella del suo rivale Donald Trump che lei ha definito un “incidente diplomatico”. In un estratto dell’intervista all’Abc che andrà in onda martedì 6 settembre, Hillary ha semplicemente risposto “no” alla domanda se avesse voluto andare in Messico prima delle elezioni dell’8 novembre, senza però spiegare. Più tardi la sua campagna ha confermato la decisione.
Nel frattempo Trump ha discusso sul suo jet con i giornalisti a proposito della sua piattaforma sull’immigrazione accusando la rivale di non aver alcun piano in proposito e di voler dare la cittadinanza a chiunque senza controlli. Il primo dei tre dibattiti tra Clinton e Trump sarà tra tre settimane e ci si attende che sia il momento più seguito della campagna elettorale. “Ci sarò per tutti e tre”, ha detto Trump ai giornalisti smentendo che ne avrebbe saltato qualcuno.