Il segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry e il ministro degli Esteri della Russia Sergey Lavrov hanno annunciato a Ginevra un piano comprensivo per la cessazione delle ostilita’ nella guerra civile in Siria, a partire dal prossimo 12 settembre.
Kerry ha definito il piano per ridurre la violenza in Siria “un punto di svolta” per terminare il conflitto, se l’opportunita’ che si presenta con questo piano sara’ effettivamente realizzata, fornendo l’occasione per una “transizione politica” a cui possano partecipare tutte le parti in causa, combattendo e isolando allo stesso tempo i terroristi di Isis e Al Nusra, dopo 5 anni di durissima e sanguinosa guerra civile.
Uno dei 3 punti chiave del piano comprende l’istituzione di una no-fly-zone per gli aerei governativi del presidente siriano Bashar el-Assad, che hanno continuato a bombardare postazioni e case di civili. Un secondo punto comprende il coinvolgimento nel piano di cessazione delle ostilita’ di tutte le opposizioni che vogliono avere riconoscimento ufficiale nella fase di transizione.
Prevista anche una netta intensificazione del piano di aiuti umanitari, cibo e medicine per la popolazione stremata da anni di guerra civile.
Non e’ chiaro in questa fase se Assad lascera’ il potere, come vorrebbe Washington, oppure se restera’ al governo. Kerry e Lavrov nella conferenza stampa congiunta tenuta a tarda notte a Ginevra hanno confermato che Assad e’ stato informato del piano di “cessate il fuoco” ed “e’ d’accordo”.
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Usa e Russia hanno raggiunto un’intesa per un cessate il fuoco in Siria da lunedi’, il primo giorno della Festa islamica Eid al-Adha. L’intesa e’ stata siglata a Ginevra dal Segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, presente l’inviato Onu Staffan De Mistura. Usa e Russia hanno concordato azioni aeree contro i terroristi, che scatteranno a patto che Mosca e il regime di Assad rispettino la tregua per almeno sette giorni. Ci sara’ anche il ritiro delle forze siriane dalla citta’ di Aleppo, per permettere l’accesso degli aiuti umanitari. Lavrov assicura che “il Governo di Assad e’ stato informato dell’accordo e che e’ pronto a rispettarlo”. Per De Mistura l’accordo di Ginevra e’ “una finestra che apre opportunita’”.
La festa islamica di Eid al-Adha, ovvero la Festa del Sacrificio, segna l’inizio del pellegrinaggio verso la Mecca e portera’ probabilmente da lunedi’ sollievo alla martoriata popolazione siriana. Nella tradizione islamica questi sono “i giorni della letizia” e in Siria i dati della guerra civile sono terrificanti: dal 2011 quasi 300mila morti e piu’ di quattro milioni di sfollati su una popolazione di circa 18milioni di persone. Usa e Russia si sono accordati. Lavrov assicura che Assad rispettera’ l’intesa. Gli Stati Uniti si sono impegnati a convincere l’opposizione moderata siriana a separarsi dal fronte Al Nusra, che ora si fa chiamare Fronte Fateh al Sham e che ha annunciato il proprio distacco da Al Qaeda. Spiegare la situazione siriana e’ molto complicato: il regime di Assad controlla Damasco, Homs, Latakia e, a grandi linee, la parte occidentale e meridionale del Paese compresa la fascia costiera. Le stesse forze di Assad stanno cingendo d’assedio Aleppo, ma l’intesa di Ginevra prevede il loro ritiro per permettere l’accesso degli aiuti umanitari. Assad e’ sostenuto da Russia, Iran, Cina e dagli Hezbollah sciiti libanesi. Lo stesso Assad e’ di fede alauita, un gruppo religioso musulmano sciita. Sua moglie, Asma al Akhras, e’ di fede sunnita. Insieme hanno tre figli.
Ad Aleppo l’opposizione moderata siriana ha finora la sua roccaforte. Sono appoggiati dall’Occidente, Arabia Saudita e Qatar, ma l’intervento russo ha rafforzato le forze fedeli ad Assad e Aleppo e’ ora di fatto circondata. Incerta la posizione della Turchia che, pur essendo un Paese della Nato, ha prima abbattuto un caccia russo, ma ha poi aperto un dialogo con Putin e Assad. E’ tuttora sotto processo un giornalista turco che provo’ la consegna di un carico di armi dalla Turchia all’Isis. Il vero nemico della Turchia non e’ Assad ne’ l’Isis, ma i curdi. Nel nord della Siria e nel nord dell’Iraq i curdi vogliono una loro regione autonoma. L’Occidente ha chiesto e ottenuto dai peshmerga curdi di combattere contro l’Isis (riconquistata la citta’ di Kobane), salvo tacere di fronte ai ripetuti bombardamenti turchi contro i curdi. L’Isis, detto anche Daesh o Stato islamico, occupa un’ampia area della Siria orientale e dell’Iraq. Ufficialmente nessuno appoggia il gruppo di Abu Bakr al Baghdadi, ma l’Isis in questi anni ha venduto petrolio. E se c’e’ qualcuno che vende, c’e’ anche qualcuno che compra. Le Chiese cristiane, riunite in Giordania, hanno pubblicamente chiesto di non vendere piu’ armi ai terroristi. Il regime di Assad ha tolto all’Isis la citta’ di Palmira, ricchezze archelogiche comprese. (AGI)