Il lungo cammino per l’uscita definitiva della Gran Bretagna dall’Unione europea, nei fatti, è già iniziata. Lunedì 12 settembre si presenterà alla Commissione Ue il nuovo responsabile della Sicurezza, Julian King, membro indicato dalla primo ministro inglese, Theresa May, dopo le dimissioni di Jonathan Hill dal dicastero continentale ai Servizi finanziari all’indomani della vittoria dei “leave”.
King, però, sarà un commissario quasi senza poteri, al di là della delega apparentemente altisonante, in epoca di lotta al terrorismo internazionale. Il suo compito sarà quello di coordinamento del lavoro di altri commissari, che dovranno muoversi all’unisono con i governi dei Paesi membri. Segno che la Brexit ha già preso il via, nonostante non sia ancora stato attivato nessun tipo di procedura, visto che l’invocazione dell’articolo 50 non è ancora arrivato a Bruxelles da Londra.
Bloomberg avverte il Regno Unito: “Il Parlamento Ue ha l’abitudine di cercare lo scalpo di un commissario designato o due in modo da mostrare i muscoli”. La nomina di King ha fatto storcere il naso ad alcuni parlamentari Ue, ma il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha fatto capire che il suo “ministro” della Sicurezza finirà in una sorta di cono d’ombra molto presto. Forse già da mercoledì 14 settembre, quando toccherà a lui indicare le politiche di Difesa e gli investimenti dell’Europa, temi dunque strettamente legati alla Sicurezza, per i quali la Gb non ha potuto mettere bocca da quando sono stati resi ufficiali i risultati del referendum sulla Brexit.
Oltretutto il Regno Unito non ha partecipato, e non parteciperà, nemmeno ai colloqui di Bratislava, dove dovranno essere gettate le basi dell’economia europea. Insomma, una umiliazione politica in piena regola: c’è lo scranno assegnato a King, ma i poteri sono limitati e il portafogli a disposizione praticamente non esiste. Se la Brexit formalmente non ha preso il via, nei fatti, il Regno Unito è già lontano dall’Europa.