Il voto di domenica 18 settembre a Berlino è stato un ennesimo schiaffo per Angela Merkel, con il peggior risultato di sempre realizzato dalla sua Cdu nella capitale-Stato. Ma lo è stato ancora di più per la Grande Coalizione, l’alleanza tra Cdu e Spd che guidava Berlino e che tuttora è alla guida del governo federale tedesco. Questi due grandi partiti popolari escono molto ridimensioniati dalle urne della capitale, anche se con tutta probabilità Michael Mueller (Spd) resterà il sindaco.
I socialdemocratici si sono confermati il primo partito nella capitale tedesca, ma si tratta di una vittoria zoppa, che vede il consenso attorno al partito scendere dal 28,3% del 2011 al 21,6%, un calo di 6,7 punti percentuali. Molto male è andata alla Cdu, il partito di Angela Merkel, che già aveva subìto un brutto colpo con il voto in Meclemburgo Pomerania, dove era stato scavalcato dalla destra populista. Mai a Berlino la Cdu era andata così male: 17,6% dei voti, 5,7 % in meno rispetto a cinque anni fa. Ha evitato solo l’onta di perdere la seconda posizione, ma perderà, verosimilmente, il suo posto nel futuro governo della capitale.
Inoltre, è il quinto risultato consecutivo con il segno meno nelle votazioni regionali e il terzo consecutivo nel quale Cdu e Spd non hanno più assieme la maggioranza. Un pessimo segnale per le politiche dell’autunno 2017 che potrebbero segnare la fine della Grosse Koalition (l’alleanza tra Cdu e Spd), alla guida del governo federale tedesco dal 2013, come anche tra il 2005 e il 2009. Nessuna sorpresa quindi che lunedì 19 settembre Angela Merkel si presenterà davanti ai vertici federali del partito e davanti alla stampa, nel giorno in cui avrebbe dovuto partire per l’Assemblea Generale della Nazioni Unite a New York.
Ma a questo scrutinio, come in quelli che l’hanno preceduto, tutta l’attenzione era rivolta all’Afd, il nuovo partito della destra xenofoba e populista, che farà il suo ingresso anche nel Parlamento regionale di Berlino (con questo voto è presente in 10 su 16 Landtag tedeschi), con una percentuale a due cifre, il 14,2%. I Verdi hanno perso leggermente consensi, al 15,2%, ma possono rallegrarsi poiché entreranno con tutta probabilità a far parte del futuro governo della città-stato. Ottimo il risultato della Linke, la sinistra radicale, che balza al 15,6% dall’11,7% del 2011. La Fdp, i liberaldemocratici tornano in Parlamento con il 6,7% (dall’1,8%).
Verdi e Linke diventeranno probabilmente gli alleati della Spd per la formazione del futuro governo della capitale, dal quale uscirà la Cdu. Molto alta l’affluenza alle urne, del 66,9 %. Nel 2011 era rimasta al 60,2%. Come nei precedenti appuntamenti elettorali regionali e locali, l’alta affluenza ha sempre corrisposto a una importante affermazione dell’Afd, che è riuscito a mobilitare quegli elettori che erano rimasti lontani dalle urne. I 149 seggi del futuro parlamento regionale (Landtag) della città-stato di Berlino saranno ripartiti tra 6 partiti, uno in più di quello precedente. La maggioranza è di 75 seggi.
Scompare il partito dei Pirati, che disponeva di 15 seggi, rientra la Fdp (liberaldemocratici) con 12 seggi. Fa il suo trionfale ingresso l’Afd, Alternative fuer Deutschland, con 25 seggi. La Spd, primo partito, avrà 38 seggi, la Cdu disporrà di 31 seggi, la Linke conquista 27 seggi, come i Verdi.