Cattive notizie per Angela Merkel e i suoi alleati. Anzi, nere. Per i partiti “tradizionali” in Germania la mezzanotte appare ancora più nera di quello che le elezioni regionali di settembre hanno rivelato essere.
Alternative fuer Deutschland, infatti, fa segnare un nuovo record: se si votasse domenica prossima per le legislative in Germania, il partito euroscettico, definito da esperti e analisti con una forte connotazione xenofoba e populista, guidato da Frauke Petry e Joerg Meuthen, toccherebbe il 16% a livello federale, due punti percentuali in più del sondaggio di inizio settembre.
Al contrario i due grandi partiti popolari, Cdu e Spd, che oggi guidano assieme il governo tedesco con la Grosse Koalition, accumulano assieme il 54%, mentre nel 2013 erano al 67,2%. Per il partito della cancelliera Angela Merkel un magro 32% (era al 41,5%), per i socialdemocratici il 22% (era al 25,7%). Più o meno stabili gli altri tre partiti, Linke, Verdi e Fdp, rispettivamente all’8%, 12% e 6%. Il sondaggio è stato condotto dall’istituto Dimap per la prima rete televisiva tedesca Ard tra il 19 e il 21 settembre su un campione di 934 persone.
E non confortano nemmeno gli ultimi numeri di macroeconomia. Il settore privato della Germania ha infatti registrato, nel mese di settembre, la più debole espansione dell’attività in quasi un anno e mezzo. Lo indicano i dati dell’indagine flash di Markit. L’indice composito è sceso al livello più basso da 16 mesi a 52,7 a settembre da 53,3 di agosto. Una lettura superiore a 50 indica espansione.
Anche i nuovi ordini nel settore delle costruzioni sono diminuiti del 4,6% a luglio, rispetto a giugno, secondo invece i report diffusi da Destatis. Allo stesso tempo, gli ordini sono cresciuti del 14,1% su base annua, mentre da gennaio a luglio sono aumentati del 15,7 percento.