Manovra sotto dettatura Bce, Padoan conferma: “Costruita con cura evocata da Draghi”

“Senza la manovra il prodotto è stimato crescere dello 0,6%. La manovra è costruita con la cura alla composizione che spesso è stata evocata dal presidente della Bce, …

“Senza la manovra il prodotto è stimato crescere dello 0,6%. La manovra è costruita con la cura alla composizione che spesso è stata evocata dal presidente della Bce, e che è stata richiamata durante l’audizione di Banca d’Italia, quale elemento cruciale di una strategia sostenibile per la crescita”. Parola del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha dato la conferma dei sospetti durante l’audizione tenuta martedì 4 ottobre alla Camera, davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, per l’attività conoscitiva preliminare della Nota di aggiornamento al Def.

“Il Pil programmatico non è una scommessa ma è una valutazione dell’effetto della manovra”. Padoan risponde a distanza alle perplessità sollevate dalla Nota. Da ultimo, l’Ufficio parlamentare di bilancio, che ieri non ha validato il documento a causa di un “eccesso di ottimismo”. E proprio da qui parte Padoan nel presentare la ex finanziaria, che chiede al Parlamento “di utilizzare ulteriori margini bilancio fino a un massimo dello 0,4 per cento del Pil fino al prossimo anno” e con altri “eventuali discostamenti in casi eccezionali”.

Pur riconoscendo che si sono “progressivamente deteriorate le prospettive di crescita” e che ci sono “significativi rischi al ribasso” nell’Eurozona, “a fronte di uno scenario non favorevole” il governo assicura che “il deficit sarà in contrazione anche nel 2017” e continuerà con “il sostegno alla crescita e il consolidamento finanze pubbliche”. Ed è proprio “la spinta alla crescita” che il ministro rivendica, dal momento che “è tornata positiva nel ’14 e aumentata nel ’15 e ’16”. Due saranno gli “assi portanti” della legge di Bilancio: “la disattivazione della clausola salvaguardia per 0,9 punti di Pil, che scongiura l’aumento delle imposte e sostiene la domanda e nuove misure per lo sviluppo economico e sociale”, a partire dalla “attenzione alle famiglie e alle pensioni basse”.

Inoltre continuerà la “dismissione del patrimonio immobiliare, rallentato quest’anno dalla volatilità dei mercati finanziari”. Oltre a strumenti agevolati per gli investimenti in beni strumentali, come il super-ammortamento, e gli incentivi all’apertura di nuove imprese e alla loro quotazione in borsa, fino al tentativo di “orientare il risparmio privato verso l’economia reale”. Altre risorse verranno dalla riduzione della spesa, che ha già portato “25 miliardi di risparmi lordi” per effetto delle “misure implementate nel 2014 e 2015”.

Ma un aiuto verrà pure dalle riforme secondo Padoan: “Richiedono tempo per dispiegare appieno i loro effetti”, perché sono “come una molla che si carica quando sono adottate e scatta quando entrano a regime” e man mano che si consolideranno, dunque, “le prospettive di crescita miglioreranno”. In particolare le riforme istituzionali avranno nel lungo termine “un significativo impatto positivo”. Infine, la carta Europa: l’Italia è il secondo Paese europeo per l’uso del piano Junker, ha reso noto il ministro. In tutto sono 13 i progetti, pari a 1,8 miliardi investiti e un effetto leva da 5,7 miliardi.

Protesta M5S: “Circuito esterno non funziona, audizione farsa”

“Non funziona il circuito esterno dell’audizione di Padoan, e mentre il ministro legge la sua nota ci sono più telecamere e fotografi che parlamentari”. Sono i deputati M5S in commissione Bilancio alla Camera a lamentare che “tra il rumore degli scatti e i cameramen che si aggirano tra i banchi, i deputati non riescono nemmeno a capire le parole perché ancora non è stata distribuita la nota del ministro per seguirlo con attenzione”. “E’ una farsa inutile”, ha accusato in particolare il capogruppo M5S, Francesco Cariello.

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Italia, Fmi ritocca al ribasso stime crescita, pessimista su debito

MILANO (Reuters) – Risalgono a prima della Nota di aggiornamento al Def le ultime stime del Fondo monetario internazionale, che sulla crescita di quest’anno convergono perfettamente con quelle del governo.

Lo 0,8% indicato dal ‘World Economic Outlook’ è identico alla proiezione approvata dal consiglio dei ministri di fine settembre e si confronta con lo 0,9% ipotizzato dal Fondo a luglio con l’aggiornamento al Weo.

E’ sul 2017 che comincia la divergenza, per quanto lieve, con un Pil visto a 0,9% contro 1% delle attese di luglio e del quadro aggiornato del Def.

Dove più si evidenzia il pessimismo degli economisti di Washington è però sulla dinamica del debito, da sempre punto dolente per Roma, dopo l’ammissione da parte del governo stesso che la prevista discesa slitterà all’anno prossimo.

Il Fondo peraltro dissente: dopo il 132,7% — record dal 1995 — con cui si è chiuso il 2015, il debito pubblico è visto a 133,2% quest’anno e 133,4% il prossimo per arrivare a 125% nel 2021, orizzonte in cui si chiudono le stime Fmi. Il quadro programmatico del governo vede invece 132,8% per il 2016 e 132,5% l’anno prossimo.

La combinazione letale che impedisce il rientro del debito pubblico è costituita da bassa crescita e inflazione inesistente, nel caso di quest’anno addirittura negativa.

Dopo lo 0,1% medio dello scorso anno, secondo il Fondo il costo della vita dovrebbe in media diminuire di 0,1% quest’anno e crescere di un modesto 0,5% il prossimo.

Per restare ai numeri, tenendo sempre presente che le stime Fmi precedono la nota di aggiornamento al Def, l’indicazione per il disavanzo è di 2,5% per quest’anno e 2,2% il prossimo dopo il 2,6% del 2015. Il governo vede invece 2,4% per il 2016 — richiesta in attesa di recepimento in sede Ue — e 2% per il 2017.

“Le stime dello staff e le proiezioni si basano sulla legge di Stabilità 2016 e sul Def di aprile. […] Dopo il 2016, le proiezioni Fmi convergono con l’obiettivo di pareggio di bilancio indicato dalle autorità, obiettivo che comporterà nel caso di alcuni anni misure correttive ancora da definire”.

 

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1 commento

  1.   

    avevamo sentore di essere governati da burattinai . noi ci mettiamo i burattini. i burattinai esterni, banche , agenzie di rating  ecc ecc e burattinai interni,,,come ad esempio un politico di vecchia anzi vecchissima esperienza.