È un crescendo. Più si avvicina il giorno del conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama e più aumenta la rabbia del governo e della comunità cinese a Milano. Ieri, è intervenuta direttamente l’ambasciata: «Il quattordicesimo Dalai Lama non è una figura puramente religiosa, ma è un politico in esilio che da anni si presenta in veste religiosa nello svolgimento delle attività separatiste contro la Cina. Il fatto che il Consiglio comunale di Milano, le altre istituzioni e persone siano presenti con connivenza alla visita del Dalai Lama a Milano e conferiscano a lui la cittadinanza onoraria, ha ferito gravemente i sentimenti del popolo cinese». Ferita che potrebbe avere delle conseguenze nei rapporti con la città. «Tutto ciò ha un impatto negativo sui rapporti bilaterali e sulle cooperazioni tra le regioni dei due Paesi. La Cina, con i suoi rappresentanti istituzionali, esprime forte rimostranza e ferma opposizione».
Parole che però non sembrano preoccupare più di tanto il sindaco Giuseppe Sala. Non sarà lui a conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, ma il presidente del Consiglio comunale, Lamberto Bertolè. Sala sicuramente lo incontrerà in terreno neutro per portargli il suo saluto (incontro rigorosamente privato a Linate senza giornali e tv): «Credo che Milano abbia interesse a essere accogliente rispetto alla comunità cinese e alle loro proposte però l’interesse è reciproco. Adesso vedremo dove, ma io il Dalai Lama lo incontrerò e non temo ripercussioni».
Fatto sta che anche la comunità milanese è in subbuglio. Oltre a confermare il presidio di giovedì davanti agli Arcimboldi, dove il Dalai Lama terrà la sua lectio magistralis agli studenti delle università, le 18 associazioni cino-milanesi hanno redatto un duro comunicato contro la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, ma tenendo fuori dalla querelle il sindaco Sala e il rapporto che li lega alla città. Anzi per il sindaco, solo parole di apprezzamento: «Apprezziamo però la sua scelta ponderata di salvaguardare le sensibilità all’interno della comunità cittadina e per questo lo ringraziamo, confidando nel positivo accoglimento dell’idea di intitolare una via a Ho Feng-Shang, lo Schindler cinese già riconosciuto Giusto tra le Nazioni».
Per il resto, le posizioni delle comunità sono molto simili a quelle dell’ambasciata: «Quella dell’attribuzione della cittadinanza onoraria al Dalai Lama è un’iniziativa che riteniamo sbagliata e che offende decine di migliaia di cittadini cino-milanesi perché non tiene conto dell’effettiva realtà storica e attuale del rapporto tra la Cina e la regione del Tibet e presenta la figura del Dalai Lama non semplicemente come esponente religioso ma come capo di uno stato che in realtà non esiste». E va all’attacco della Lega: «Speculazione politica di una forza strutturalmente ostile all’integrazione e alla collaborazione multiculturale».
Sembra, invece, non preoccuparsi delle possibili polemiche il sindaco di Rho, Pietro Romano, che sabato, durante la conferenza pubblica in Fiera, conferirà la cittadinanza onoraria al Dalai Lama insieme con una delegazione di giunta e del Consiglio comunale.
Fonte: Corriere della Sera
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