“È importante per tutti noi, a prescindere dal partito, riunirci e lavorare insieme per affrontare tutte le sfide che abbiamo davanti. Se lei (Trump) avrà successo, noi avremo successo”.
Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel breve incontro con la stampa dopo il colloquio con Donald Trump, il suo successore. Trump, dal canto suo, ha affermato che l’incontro è durato 90 minuti, invece di 10 o 15, ed è “impaziente” di lavorare con Obama, che “rispetta”.
“Non vedo l’ora di avere altre conversazioni, è stato un onore incontrarla”, ha scandito rivolgendosi a Obama. I volti tesi delle foto ufficiali raccontano però di un’atmosfera non del tutto piacevole o amichevole, comunque differente dalle dichiarazioni. Ma potrebbe essere un’impressione. (askanews)
Primo incontro ufficiale tra il presidente uscente degli Stati Uniti, Barack Obama e il presidente eletto Donald Trump che, con la moglie Melania, è stato ricevuto dall’attuale inquilino della Casa Bianca e dalla first lady Michelle. I due presidenti si sono intrattenuti a colloquio nello Studio Ovale per un’ora e mezza mentre Michelle ha mostrato a Melania la residenza privata, al piano superiore, compresa la famosa finestra da dove si può vedere il presidente al lavoro.
Al termine dell’incontro, scambio di cortesie tra Barack e Donald: Obama ha descritto il suo successore come “un eccellente conversazione” e ha promesso che farà “tutto ciò che gli sarà possibile” affinché il il nuovo inquilino del 1600 di Pennsylvanya Avenue abbia successo. Trump ha ricambiato la gentilezza usando toni ben diversi da non quelli cui ci ha abituato durante la campagna eletorale: “E’ stato un onore incontrare il presidente Barack Obama. Abbiamo parlato per oltre un’ora e mezza e la nostra conversazione sarebbe potuta proseguire ancora”.
Al di là della forma, il presidente in carica si è detto colpito positivamente dal suo ineterlocutore: “Abbiamo parlato di questioni organizzative per la Casa Bianca. Abbiamo parlato di politica estera e di politica interna – ha riferito – e sono incoraggiato dall’interesse mostrato dal presidente Trump a lavorare con la mia squadra sulle molte sfide che il nostro Paese deve affrontate. Penso che sia importante, indipendentemente dai partiti e della preferenze politiche, lavorare ora insieme per affrontare le sfide”. Quindi ha ribadito che la sua priorità nei prossimi due mesi “sarà quella di facilitare la transizione per assicurare che il nostro presidente eletto sia di successo… perché se lui avrà successo avrà successo il Paese”.
Accantonati i veleni della campagna elettorale, Trump ha poi definito il presidente in carica “davvero una brava persona. Non ci eravamo mai incontrati prima – ha affermato – per me è stata un’occasione importante per discutere con il presidente le difficoltà e i problemi che vedo in questo Paese”. Quindi si è detto “impaziente di lavorare con il presidente” Obama.
Il presidente eletto Trump ha ricevuto anche la telefonata del premier Renzi. Nel corso del colloquio, il presidente del Consiglio ha ribadito l’importanza strategica dell’alleanza tra Italia e Stati Uniti e la volontà di lavorare insieme in vista della prossima presidenza italiana del G7 nel 2017.
Oggi il ministro della Difesa, Ashton Carter, ha informato ufficialmente le forze armate del trasferimento dei poteri in corso e il briefing quotidiano dei servizi di intelligence è stato esteso anche a Trump e al suo vicepresidente, Mike Pence.Nei prossimi 72 giorni, cioè fino all’inaugurazione del 20 gennaio, Trump dovrà definire la nuova squadra di governo. Quanto ai restanti incarichi pubblici che dovrà assegnare, circa 4.000, l’iter partirà dopo l’inaugurazione anche perchè alcuni richiedono il disco verde del Senato, oltre che dell’intelligence. (AGI)
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Stretta di mano nello Studio Ovale davanti alle telecamere tra Barack Obama e il suo successore, che prima d’ora non avevano mai avuto un incontro faccia a faccia (LE FOTO DELL’INCONTRO) . “E’ stato un colloquio eccellente” ha detto il presidente Usa subito dopo l’incontro con il presidente eletto, durato un’ora e mezzo. “E’ stato un grande onore – ha fatto eco Trump – e non vedo l’ora di continuare a collaborare con Obama in futuro. Il presidente – ha detto – è una gran brava persona”.
Al di là dell’etichetta, sottolinea il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, l’obiettivo del colloquio “non era di risolvere le differenze tra loro ma di assicurare un’agile transizione. Posso dire – ha spiegato – che non hanno risolto tutte le loro differenze” specificando tuttavia che “considerate le profonde differenze, che non si erano mai incontrati e l’importanza che il presidente pone sul buon svolgimento della transizione, il colloquio è da definirsi eccellente”.
Fatto sta che gli Obama – scrive il Wsj – hanno cancellato la ‘photo-opportunity’ della attuale e futura coppia presidenziale all’ingresso sud della Casa Bianca. Una conferma di quanto imbarazzante restino i rapporti dopo le accuse incrociate della campagna elettorale, dove gli Obama hanno attaccato duramente il candidato repubblicano. Nella sua prima visita alla Casa Bianca dopo aver vinto le elezioni nel 2008, Barack Obama e la moglie Michelle posarono per le telecamere accanto a George W. Bush e la first lady Laura.
Che restino forti divergenze si è capito anche dalle prime dichiarazioni del tycoon dopo il successivo incontro a Capitol Hill con lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan. I due si sono impegnati a “muoversi rapidamente” sul fronte della riforma delle tasse e sulla sanità, con l’abolizione dell’Obamacare. Il presidente eletto punta anche a smantellare la Dodd-Frank, la legge di riforma di Wall Street approvata nel 2010 e uno dei successi di Obama. La riforma sarà sostituita da politiche pro-crescita, ha annunciato il transition team di Trump: “L’economia della Dood-Frank non funziona per i lavoratori. I tappeti rossi della burocrazia e le imposizioni di
Washington non sono la risposta. La Dood Frank sarà sostituita con nuove politiche che incoraggino la crescita economica e la creazione di lavoro”.
Primo faccia a faccia anche tra la first lady Michelle e Melania. E’ infatti consuetudine che cosi’ come il presidente uscente riceve il presidente eletto per dare il via al periodo di transizione, vi sia un passaggio di consegne anche tra le due first lady.
E sono almeno 100 gli arresti nel corso delle proteste anti-Trump che hanno attraversato nelle ultime ore tutte le grandi città americane, almeno 25. A New York la polizia ha arrestato almeno 30 persone che manifestavano davanti alle Trump Tower sulla Fifth Avenue e a Columbus Circle. A Los Angeles a finire in carcere 15 manifestanti, a Chicago 13. A Oakland, in California, le proteste più dure con lancio di moltov e tre agenti feriti.
L’avvio di un passaggio di consegne che negli Stati Uniti dura oltre un mese e si concluderà il 20 gennaio. Intanto i mercati dopo il crollo di ieri, rivalutano la vittoriadi Trump e si avviano a una chiusura positiva.
Il cosiddetto ‘transition team’ del nuovo presidente Usa avrebbe già elaborato una ‘short list’ di 41 nomi per riempire le varie caselle della futura amministrazione. Lo riportano alcuni media. Tra i nomi individuati ci sarebbero l’ex sindaco di New York Rudi Giuliani, in pole, come ministro della giustizia, e il deputato Duncan Hunter come possibile capo del Pentagono.
ronin
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Obama tenta di liquidare i testimoni dei suoi crimini
http://www.controinformazione.info/obama-tenta-di-liquidare-i-testimoni-dei-suoi-crimini/
Da una fonte sicura è trapelata una informazione circa l’ordine impartito da Barack Obama al Pentagono di individuare ed uccidere i leaders del ramo di Al Qaeda in Siria in modo da occultare le proprie responsabilità per aver fomentato, armato e sostenuto i gruppi terroristi tagliagole che hanno seminato la morte nelle zone della Siria.
L’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha ordinato al Pentagono di trovare ed eliminare i leaders del “Frente Fatah al Sham” – il gruppo terrorista prima conosciuto come Fronte al-Nusra-, che si trova in prima fila nella lotta contro il Governo siriano ed al quale l’Esecutivo statunitense aveva fornito appoggio in modo occulto, ignorandone i crimini e la ferocia dei suoi componenti, questo anche secondo le informazioni trasmesse dal ‘The Washington Post’ .
Rispetto al fatto che l’Amministrazione USA abbia tardato a prendere questa decisione, il politologo politólogo Eduardo Luque Guerrero ha commentato alla RT che Barack Obama “necessita di lasciare una “buona immagine” del suo operato e desidera “lasciare in giro il minor numero di testimoni possibili” della alleanza del suo paese con determinati collettivi armati che si sono sviluppati e rafforzati con il suo appoggio.
Questo specialista ha sottolineato che, fino a poco tempo fa, gli USA consideravano che realizzare questo compito non era prioritario perchè si trattava di mantenere all’opera i gruppi terroristi “per bloccare la possibilità di qualsiasi uscita politica dalla crisi in Siria”.
Tuttavia, la decisione del mandatario statunitense implicherà lo schieramento di più droni e servizi di intelligence contro questo gruppo collegato ad Al Qaeda, perchè esistono opzioni per cui questi miliziani si possono stabilire in determinate zone della Siria per organizzare attacchi terroristici in Europa.
Eduardo Luque Guerrero ha concluso che il piano di Obama era “distruggere la Siria, nello stesso modo in cui ha distrutto l’Iraq” e “far impantanare l’Esercito russo in una campagna interminabile “, che dovesse affondare l’economia della Russia e permettere che la Siria “si frammenti in molteplici stati”.
Nota: Questo pezzo, scritto dal Guerrero e pubblicato su uno dei principali media dell’establishment USA, conferma clamorosamente le analisi fatte, non adesso, ma da diversi anni circa le vere intenzioni ed i veri obiettivi perseguiti dall’Amministrazione USA nel piano di balcanizzazione del Medio Oriente ed in particolare della Siria.
Un piano questo sempre rimasto occulto e negato dal sistema mediatico atlantista e sostenuto apertamente dai “grandi giornaloni”italiani (dal Corriere della Sera, alla Stampa, Repubblica, ecc.) tutti concordi nel definire quella siriana una “guerra civile” (invece che una guerra per procura) ed a attribuire tutte le colpe ad Assad ed alla Russia che è intervenuta per appoggiare la lotta dell’Esercito siriano contro i gruppi tagliagole terroristi, sostenuti dall’occidente e dall’Arabia Saudita che hanno cercato di distruggere il paese arabo per gli interessi delle grandi potenze.
Si evidenzia peraltro il ruolo di servili reggicoda della propaganda e complici dei crimini americani di personaggi come Francois Hollande, David Cameron, della coppia italiana Renzi/Gentiloni e degli altri leaders europei che hanno avallato l’azione criminale dell’Amministrazione Obama.
Fonti: RT Actualidad