Il risultato delle elezioni presidenziali può essere attribuito ad algoritmi falsati? Facebook era stata nel mirino di chi aveva fatto affermazioni simili nei giorni dopo l’elezione shock di Donald Trump.
Poi, ieri Google ha inciampato nello stesso caotico calderone delle notizie manipolate, e alla fine della giornata, l’indignazione generale per come il motore di ricerca funziona (o non funziona) ha prodotto un cambiamento significativo nel modo in cui Google gestisce Google News.
Qual è l’episodio che ha acceso il fuoco?
Philip Bump, un giornalista del Washington Post, ha fatto un ottimo lavoro per rintracciare una serie di notizie false apparse sul web.
Un sito chiamato 70News.com (slogan: “le notizie condivise che contano per voi”) aveva pubblicato una storia sostenendo, falsamente, che Trump aveva effettivamente vinto ANCHE il voto popolare, non Hillary Clinton (che ha avuto circa 1 milione di voti in eccesso rispetto al presidente eletto).
Google aveva incluso la storia nel suo indice notizie, per qualche ragione, e l’ha messa ben visibile in cima suoi risultati di ricerca sotto il titolo “risultati elettorali finali.”
Tale azione, naturalmente, ha avuto come effetto che l’articolo con la falsa notizia circolasse ancora di più.
E’ stato un grande imbarazzo, un enorme passo falso per Google, che ha permesso in effetti a Facebook di distogliere l’attenzione del pubblico rispetto all’accusa girata nei giorni scorsi, che il portale di Zuckenberg abbia di fatto agevolato l’elezione di Trump tramite la sua sezione notizie.
Ma ecco ciò che Google ha inavvertitamente fatto(anche i robot sbagliano!): ha preso la piccola bugia di una inesistente vittoria nel voto popolare di Donald Trump e l’ha trasformata in una grande menzogna, attraverso la potenza del suo onnipresente motore di ricerca.
Di conseguenza Google ha annunciato che non avrebbe più permesso di utilizzare la pubblicità con banner Google sui siti che pubblicano contenuti pirata – blog di pura spam e propaganda – negando alle url incriminate l’accesso alla sua potente rete pubblicitaria.
Per non essere da meno, Facebook ha cercato di andare oltre, dopo che il Ceo Mark Zuckerberg cercando di giustificarsi, aveva malamente spiegato il non ruolo di Facebook nella vittoria di Trump. La soluzione, resa nota subito dopo l’annuncio di Google, sarebbe di non lasciare più online siti di notizie “ingannevoli o illegali” che utilizzano un proprio Facebook Audience Network.
Insieme, i due annunci da parte dei due colossi Internet che ormai pesano mille volte più dei media tradizionali, ci dicono che questa assurda stagione elettorale americana apparentemente un beneficio collaterale lo ha prodotto, nel mare magnum dell’informazione isterica di massa. Ma sta al pubblico selezionare i siti, anche se le notizie false e la propaganda di parte continueranno ad essere massicciamente presenti.
robyuankenobi
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Mulder
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Oltre a Putin, San Gennaro, il racket del ranking e Salvini, ora anche Google e Faceboock hanno manipolato le elezioni..!!! Mancano i rettiliani .. In realta’ Google ha sempre fatto il contrario e nascosto e protetto con i suoi algoritmi , chi vuole . Molti esempi in rete..
Non sanno piu’ che scuse trovare..!! Immaginiamo chi puo’ essere stato influenzato dal sito 70News.com..! quando tutti, giornali e Tv sventolavano vittorie bulgare, al 90% della Clinton. E chi l’ha visto ??!!
Certo ‘ molto piu’ facile dare la colpa agli altri, invece di ammettere le ragioni per cui Trump e’ stato votato, e discuterne chiaramente.
Negli Usa Internet pesa 1000 volte in meno della TV, in cui peraltro si sono svolti i dibattiti.
robyuankenobi
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m.mazzoni
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