Lieve flessione nel finale ma chiusura in fortissimo rialzo per il petrolio a New York scambiato a 49,44 dollari al barile (+9,3%).
I paesi Opec hanno raggiunto il primo accordo dal 2008 per tagliare la produzione di greggio, dopo che l’Arabia Saudita ha accettato di dare “un grosso colpo” alla sua produzione e ha rinunciato a chiedere una riduzione all’Iran.
La Russia, che non fa parte dell’Opec, si è unita ai tagli per la prima volta negli ultimi 15 anni per aiutare l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio a spingere i prezzi al rialzo.
Il Brent LCOc1 è balzato di oltre il 9% a più di 50 dollari al barile, mentre Riad ha raggiunto un compromesso con l’Iran, dopo che anche l’Iraq ha dato il suo ok per un calo della produzione.
“L’Opec ha provato agli scettici che non è morta. La mossa velocizzerà il riequilibrio del mercato e l’erosione dell’eccesso globale di greggio”, spiega Amrita Sen di Energy Aspects.
Il ministro saudita dell’Energia Khalid al-Falih aveva detto prima del meeting che il paese era pronto ad accettare “un grosso colpo” alla produzione per arrivare ad un accordo.
“Penso che sia un buon giorno per i mercati petroliferi, un buon giorno per l’industria e dovrebbe essere un buon giorno per l’economia globale. Penso che sarà una spinta alla crescita economica globale”, ha detto al termine della riunione.
L’Opec produce un terzo del petrolio globale, circa 33,6 milioni di barili al giorno, e in base all’accordo di oggi ridurrà la produzione di circa 1,2 milioni di barili/giorno dal prossimo gennaio.
L’Arabia Saudita si accollerà il taglio maggiore, riducendo la propria produzione di quasi 0,5 milioni di barili al giorno a 10,06 milioni. I suoi alleati del Golfo — Emirati arabi uniti, Kuwait e Qatar – taglieranno complessivamente 0,3 milioni di barili al giorno.
L’Iraq, che ha insistito per avere una quota di produzione più alta per finanziare la sua lotta allo Stato islamico, inaspettatamente ha dato l’ok a ridurre la produzione di 0,2 milioni di barili al giorno. (Reuters)