Come mai Renzi e la sua banda possono continuare a sentirsi i padroni non solo del Pd ma anche dell’Italia?
Come mai, malgrado la pesante sconfitta, possono continuare a fare quello che vogliono?
Per una sola ragione: che una significativa parte della sinistra, inclusa quella radicale, si è fatta convincere dagli stessi media di cui quotidianamente sperimenta e denuncia la parzialità, che un successo del M5S sarebbe un salto nel buio.
Bevendosi ingenuamente, o più spesso in malafede, assurdi paralleli con il fascismo e con il nazismo o anche il trumpismo, tutti e tre fenomeni apertamente reazionari, nel senso che non nascondevano affatto i loro intenti, anzi li ostentavano perché era quello che la gente voleva sentire.
Il M5S non ha nulla a che vedere con il fascismo, né a livello di pratiche politiche né di retorica – certamente meno del Pd, reduce dal fallito colpo di stato soft dell’Italicum e della riforma costituzionale e già pronto a riprovarci.
È populista, il M5S, certo: e giustamente, perché solo il populismo può opporsi all’egemonia mediatica del neocapitalismo globale (anche Sanders si definisce un “new populist”).
E ha ancora difetti e componenti qualunquiste: ma chi per votare e impegnarsi contro il liberismo che sta strangolando l’Italia sta aspettando un partito di santi ed eroi, impermeabile al gossip e alle calunnie della macchina del fango mediatica, è in realtà soddisfatto dell’attuale contingenza e convinto di vivere nel migliore dei mondi possibili, come sempre chi preferisca un potere malvagio e attuale a un rischio ipotetico.
Per cui non ci sono scuse: o si sta con il partito della nazione di Renzi e Berlusconi o si sta con il M5S. Tertium non datur, per il momento; chi si astiene di fatto favorisce il potere, ossia il Pd/Pdl.
Anche una nuova sinistra (un’autentica nuova sinistra, non un partito-civetta che faccia da stampella al renzismo come vorrebbero Pisapia e Cuperlo) potrà nascere solo dopo che un successo del M5S ci abbia fatti uscire dalla palude dell’opportunismo, abbia fermato la deregulation morale e culturale e abbia restituito al paese una legge elettorale strettamente proporzionale.
Francesco Erspamer, da Facebook
Questo articolo non necessariamente rispecchia l’opinione di Wsi.co, la cui linea editoriale è autonoma e indipendente.
neeext
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https://youtu.be/cMxpetcxDrA
Cesare58
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