In vista dell’assemblea nazionale del Pd a Roma, in molti si chiedono quale sarà la prossima mossa del segretario di partito. La vittoria del No al referendum costituzionale ha dato il via alla stagione dei consigli – richiesti o meno – a Matteo Renzi sul suo futuro: restare alla guida del governo (speranza disattesa visto che si è immediatamente dimesso), cambiare mestiere, oppure prendersi un periodo sabbatico prima di rilanciarsi sulla scena politica italiana.
Come scrive lui stesso su Enews, “in queste ore molti mi attribuiscono parole, intenzioni, risentimenti, lacrime, rabbia. Voglia di mollare o voglia di rivincita, il tutto virgolettato, senza citare alcuna fonte come ormai va di moda. ‘Renzi ha deciso: un anno di sabbatico in America’, ‘Renzi ha cambiato idea: resta a Palazzo Chigi’, ‘Lascia il governo, ma non il partito. Lascia il partito, ma non il Governo. Lascia tutto, non lascia nulla, lascia o raddoppia!’”.
Ecco i consigli spassionati arrivati a Pontassieve dalla sconfitta del 4 dicembre:
- Oscar Farinetti, patron di Eataly, a Repubblica
Che cosa fa un imprenditore quando perde un’Opa? “Si siede, respira profondo e si chiede dove ha sbagliato”. Dice così Oscar Farinetti, patron di Eataly. “Questo è quel che mi capita quando sbaglio. E questo è il consiglio che mi permetto di dare a Matteo che di consigli non ha proprio bisogno”. Dove ha sbagliato? “Come dice il mio amico Baricco, un conto sono i fatti, un altro lo storytelling. I fatti del suo governo sono stati quelli giusti”. Dunque secondo lei Renzi tornerà? “Penso di sì. È un bravo ragazzo che in questi anni si è dato molto da fare, non un dittatore in pectore come l’hanno dipinto”.
- Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, a Repubblica
“Sono pronto a unire la sinistra fuori dal Pd. Renzi dialoghi con noi, basta Alfano e Verdini”. Per le prossime elezioni, “Renzi dovrebbe scegliere se guardare a un’alleanza a sinistra, formando un centrosinistra, o un’alleanza con il Nuovo Centro Destra che trasformerebbe il Pd in un partito geneticamente modificato. Il popolo del Pd, io lo conosco bene, non accetterebbe mai la seconda soluzione”.
- Michele Emiliano, governatore della Puglia (Pd), a Repubblica
“Se Renzi vuole gestire la transizione al congresso, dopo le dimissioni da premier dovrebbe presentare anche quelle da segretario Pd”. E aggiunge, “Renzi non può scomparire, deve restare in campo responsabilmente, non deve fare il gioco di chi perde la partita e se ne va col pallone. Deve partecipare, non se ne può andare dalla nonna”.
- Ferruccio de Bortoli all’Huffington Post
“La sconfitta è bruciante ma il buon senso suggerisce che Renzi non lasci subito. Nel breviario degli statisti – categoria alla quale Renzi si è prematuramente iscritto – c’è il senso di responsabilità nei confronti del Paese che non viene mai meno. Anche quando si perde. Renzi è una risorsa della politica europea. Ha un solo nemico vero: se stesso. È augurabile per l’Italia che collabori lealmente ad aggiustare l’auto uscita di strada. Per colpa sua. Non del motore che, nonostante tutto, funziona. Si è statisti anche in seconda fila”.
- Eugenio Scalfari a Repubblica
“Caro Matteo Renzi se vuoi dare una buona prova della tua personalità non devi occuparti del tuo partito e delle elezioni che vorresti avvenissero al più presto. Devi occuparti del bene del nostro Paese. Devi accentuare se non addirittura sostenere il tuo governo e condurlo fino alla fine della legislatura avendo come solidale punto di riferimento il presidente della Repubblica. Questa è la scelta che ti aspetta nelle prossime ore se non vuoi che questo Paese, questa cultura, questo ruolo di primazia sia conquistato da Grillo e da Salvini ormai appaiati”.
- Massimo D’Alema
“Sarebbe stato piu’ ragionevole se si fosse dimesso dopo che ci ha fatto perdere Roma, Torino e decine di città italiane”. Massimo D’Alema non crede nelle dimissioni di Matteo Renzi dalla guida del Partito democratico. Il segretario deve “unire il suo partito, cercare di capire le ragioni della sconfitta e preoccuparsi del Paese, se conferma le sue dimissioni certamente dovrebbe sostenere un altro governo”.
- Lucia Annunziata, giornalista, a Repubblica
“Non mi aspetto che lasci la politica. Penso che tornerà”
- Miguel Gotor, esponente della minoranza Dem, all’Agi
“Fossi stato al posto suo, poiché sono stati tre anni intensissimi e la qualità maggiore di Renzi è una energia assolutamente fuori dal comune, avrei fatto un viaggio di 6/7 mesi in giro per le principali università europeee e del mondo a fare conferenze, a raccontare se stesso, la propria occasione mancata e anche la prospettiva che invece gli consegna l’Italia. Ma evidentemente lui ha scelto un’altra strada. E’ un peccato. Anche perché se non lasciare la vita politica, comunque prendere minimamente una distanza dal gioco del potere è saggio e consigliabile”.
- Enrico Mentana
- Roberto Speranza, Pd
“Serve un congresso rifondativo, che nel rispetto dello Statuto ci predisponga alla ricostruzione del centro sinistra. Di questo abbiamo bisogno, non di una kermesse o di un plebiscito rivincita”.
- Laura Boldrini, presidente della Camera, a Corriere della Sera
“Non sta a me decidere il suo futuro. C’è una discussione aperta nel Pd, che non ha certo bisogno dei miei consigli. Ma non si può fare finta di niente, come se il voto referendario non ci fosse stato; bisogna leggerlo e dargli una risposta adeguata in termini di nuove politiche”.
- Enrico Rossi, governatore della Toscana, all’Agi
“O si fa un congresso vero, o i nostri ci spellano vivi. Non siamo più in grado di andare in giro a mettere gazebo e chiedere un’altra volta chi è il più bello del reame”. E Renzi, insiste il governatore toscano, “deve dare le dimissioni perché così è previsto dallo statuto e non possiamo cambiare di nuovo lo statuto per Renzi. Lo abbiamo già fatto”.
- Massimo Mucchetti, senatore Pd, all’Huffington Post
“Renzi si dimetta anche da segretario Pd, avverto un clima da fine di regimetto”
- Sandro Gozi, Pd, al Manifesto
“Se restiamo al referendum il dialogo non parte neppure. Bisogna cambiare tutti”. Anche Renzi deve cambiare? Fin qui verso la sinistra solo insulti e sfottò. “Tutti dobbiamo cambiare, anche Renzi. Per questo è già ripartito dal dialogo diretto con la gente su cosa è andato e cosa no”.
- Myrta Merlino, giornalista di La7, all’Huffington Post
“Perché per il futuro, caro “cittadino semplice”, si aprivano due scenari, in base alla strada che lei avrebbe potuto scegliere: il Renzi-Cincinnato avrebbe ripreso il camper, si sarebbe liberato dalle incrostazioni romane e – alleggerito di tutte le scorie di governo – sarebbe ripartito all’assalto. All’estremo opposto, il Renzi-Temporeggiatore, si sarebbe proposto come argine unico al populismo e alla catastrofe, cercando di conquistare definitivamente il voto dei moderati. In entrambi i casi, il panorama politico non avrebbe potuto fare a meno di lei. La sua terza via, per noi cresciuti a pane e congressi, allevati nei bizantinismi della politica, ha invece un sapore ben conosciuto: il segretario, le correnti, le nomine in primavera, le Camere e il vitalizio, il condizionamento esterno, le “sentinelle” lasciate a guardia di un patrimonio di relazioni e apparati. Caro “cittadino semplice”, se lo faccia dire, questa è “politique politicienne” di prim’ordine”.
- Antonio Pennacchi, scrittore, all’Huffington Post
“La sconfitta è maestra, ma ha bisogno di allievi disposti a imparare. Detto questo, non credo che Renzi sia finito. Gli dei rendono ciechi coloro che vogliono perdere e Renzi è stato travolto dalla sua enorme e spropositata hubris, quella tracotanza che l’ha reso nemico di tutti, fuori dal suo partito e dentro: non si dirige così la sinistra, ignorando che dietro le persone c’è una storia. Neanche Togliatti dirigeva il partito comunista nel modo in cui lui ha diretto il partito democratico. Per Renzi, la politica è come una partita ad asso piglia tutto: ho vinto io e si fa come dico io. Il partito è un’alta cosa. È lavoro collettivo. È sintesi. È mediazione”.
- Vittorio Sgarbi al Secolo XIX
“È un governo Renzi senza Renzi. È quello che lui voleva: avere una proroga del suo mandato, avendo però le mani libere di chi non è in gioco. Ha scelto questa linea anche se io gli avevo suggerito un governo tecnico con Grasso. Lui però così controllerà Gentiloni e ad aprile-maggio si va al voto”.
- Francesco Cundari, l’Unità
“Ora Renzi deve mettere il gettone nell’iphone”
- Gaetano Quagliariello, Presidente Fondazione Magna Carta, all’Huffington Post
“È certamente impensabile che dopo la lunga e lacerante corrida referendaria il primo ministro dimissionario resti ad agitare il drappo rosso da Palazzo Chigi. Come se non fosse successo niente. Per decenza ancor prima che per coerenza, Renzi dovrebbe essere il primo a rendersi conto di tutto ciò e a regolarsi di conseguenza”
- Sabina Guzzanti, comica, al Corriere della Sera
“Il Pd comunque deve restare al Governo: le dimissioni di Renzi non erano dovute, è stata una sua scelta e sbaglia chi assimila le dimissioni di Renzi a quelle di Cameron dopo la Brexit. Renzi ha avuto un atteggiamento ricattatorio: o si modifica la Costituzione o me ne vado. E chi sei, Garibaldi?”.
- Massimo Cacciari a Repubblica
“È un animale politico, non rinuncerà alla lotta politica. Si preparerà a sua volta per le prossime elezioni. Farà il partito di Renzi. In Italia c’è stata una legge sul divorzio e nel Pd lo capiranno: Renzi si farà il suo partito, gli altri il loro e potrebbe essere la soluzione ragionevole per rilanciare il centro sinistra”.
- Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, a Otto e mezzo
“Che mestiere farebbe se lasciasse la politica? Non ce l’ha un mestiere”.
- Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera
“Renzi ha perso, Renzi a casa. Non sta nè in cielo, nè in terra che ci sia la possibilità di un reincarico a Renzi. Renzi ha detto che se ne sarebbe andato, che si sarebbe ritirato a vita privata, l’ha ribadito la notte della sconfitta e il giorno dopo. Ma che Paese è questo se un uomo politico, il Presidente del Consiglio, può dire e contraddire tutto nell’arco di pochi giorni? Gli italiani non possono accettare un obbrobrio di questo tipo, un’infamia di questo tipo. Renzi a casa”.
- Arturo Scotto, Sinistra Italiana
“Renzi ha promesso di lasciare Palazzo Chigi e lo ha annunciato di fronte a milioni di italiani. Non giochi ora su più tavoli per tornare al punto di partenza, ovvero salvarsi. Beata coerenza…”.
- M5S
“Forse Renzi non si è accorto di aver perso il referendum. Il segretario del Pd, invece di continuare a mostrare la sua arroganza, dovrebbe chiedere scusa agli italiani per aver bloccato il Paese con una riforma dettata al Governo dai grandi gruppi economici, e andarsi a nascondere, uscendo dalla politica, come aveva promesso qualche mese fa”.
- Paolo Cirino Pomicino
“Lui deve capire che nella vita politica, come diceva Fanfani, ci sono le pasque e le quaresime”. E Renzi in questo momento in che fase è? “In quella della Quaresima. Il minimo che deve fare è dimettersi da premier, ma innanzitutto dovrebbe dimettersi da segretario del Pd. La mia previsione è che Renzi non consentirà a nessuno del suo partito di essere presidente del Consiglio”.
- Alfredo D’Attorre, Sinistra Italiana
- Nichi Vendola
“Sentir dire ‘ripartiamo dal 40%’ mette tristezza nel cuore. Se si ragiona così ci si mette il prosciutto sugli occhi per non guardare alla realtà, significa giocare con l’algebra, una sconfitta politica non è soltanto un dato certificato dalle urne, è un processo”.
- Pierluigi Bersani all’Huffington Post
“Noi non abbiamo mai chiesto le dimissioni di Renzi, le ha volute dare lui, ci pensi Mattarella e il governo, per favore, corregga la linea politica economica e sociale. Il Parlamento si occupi di normalizzare il sistema elettorale”.
- Paolo Mieli, Corriere della Sera“Renzi è reduce da un’indubbia sovraesposizione mediatica. Presentarsi nuovamente in tv a discutere prevalentemente con avversari del Pd per di più su una materia come la legge elettorale, potrebbe essere una scelta poco accorta. Ed esporlo a un effetto saturazione. In genere non è consigliabile dopo una sconfitta (anzi due, vanno ricordate anche le comunali del giugno scorso) gettarsi di nuovo in un combattimento. Esistono anche problemi di tenuta fisica, se non per lui, per i suoi”.
- Ciriaco De Mita
“A Renzi non si possono dare consigli vista la spregiudicatezza con cui cambia opinione”
- Barclays su Quifinanza.it
Gli analisti Barclays guidati da Fabio Fois, “elezioni anticipate nella seconda metà del 2017, dopo l’approvazione della riforma del sistema di voto, sono ora possibili, ma la nostra linea è che il prossimo governo rimanga in carica fino alla fine della legislatura in corso”
- Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, L’Unità
“Il Pd vuole che Renzi continui a fare il suo lavoro. Tredicimi milioni di votanti vogliono che continui a fare suo lavoro”.
- Beppe Pagani, dirigente Cisl, a Il Resto del Carlino
“Deve ricostruire l’ambito renziano come una comunità che sappia interpretare da un lato il bisogno di cambiamento, dall’altro l’esigenza di ricucire le ferite aperte in un paese reale che sperimenta ancora fatica, dove vi sono ancora troppe disugaglianze e ingiusta distribuzione della ricchezza. Mi auguro il ritorno ad un renzismo meno leaderistico, più territoriale, più attento alle famiglie, ai lavoratori, ai giovani”.
- Poltrone e sofà
“Ci sono poltrone scomode e altre che non vorresti lasciare mai”