Clamidia, campylobatteriosi, salmonellosi, gonorrea e tubercolosi sono le malattie infettive più segnalate in Europa nel 2014, secondo i dati del rapporto epidemiologico annuale del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc).
A loro si deve il 75% (850.000 casi) di tutte le malattie infettive (1,1 milione di casi) registrate nei paesi dell’Unione europea e dello Area economica europea. Più di 6.700 morti sono state riportate per tbc, hiv/aids, malattia invasiva da pneumococco, legionellosi e listeriosi.
Continua inoltre ad aumentare l’antibiotico-resistenza dei batteri anche ai farmaci di ultima linea.
”Avere dati affidabili e precisi sulle malattie infettive è cruciale per le politiche sanitarie”, commenta Denis Coulombier, capo dell’unità di sorveglianza dell’Ecdc.
Pertosse e pneumococco, scrive l’Ecdc, rappresentano oltre il 50% dei casi e il 60% delle morti di malattie prevenibili con vaccino, esclusa l’influenza.
I tassi di pertosse sono aumentati negli ultimi anni, nonostante un’alta copertura vaccinale, principalmente grazie ad una maggiore consapevolezza dei medici, migliori diagnosi e cambiamenti nei ceppi circolanti.
La malattia da pneumococco è in calo, ma sono in aumento i casi provocati da un ceppo non coperto dal vaccino.
Rispetto agli anni precedenti, nel 2014 i casi di morbillo invece sono stati pochi, mentre sono stati molti i casi di infezioni chirurgiche e nei pazienti ricoverati nelle unità di cura intensiva per più di due giorni. (Ansa)