Il parlamento venezuelano, controllato dall’opposizione, ha approvato una mozione di censura contro il presidente Nicolas Maduro, accusato di “essere venuto meno ai doveri” previsti dal suo incarico, a fronte di “una crisi senza precedenti” in cui versa il Paese.
Il voto, tenuto nel corso di una seduta convulsa, è tuttavia simbolico, perchè è probabile che venga invalidato dalla Corte Suprema che, prima dell’inizio del dibattito, ha ammonito sul fatto che “l’Assemblea Nazionale non ha il potere di mettere sotto accusa il presidente”.
L’opposizione di centrodestra è diventata maggioranza in parlamento alla fine del 2015.
L’opposizione punta a elezioni anticipate, sostenendo che la situazione è troppo grave per aspettare che Maduro concluda il proprio mandato, nel 2019.
Il presidente del Parlamento, Julio Borges, ha dichiarato che “è stato approvato l’accordo che riconosce Nicolas Maduro responsabile di essere venuto meno ai doveri del suo ufficio e chiede un’uscita elettorale dalla crisi venezuelana in modo che le persone possano pronunciarsi attraverso il voto”.
Per cercare di rassicurare la popolazione, ieri Maduro ha annunciato un aumento del 50% del salario minimo a fronte di un’inflazione del 500% nel 2016 e che si prevede toccherà il 1.600% quest’anno. (Askanews)