Si e’ svolto oggi il meeting dei CEO delle tre big settore auto con il neo-presidente Usa Donald Trump.
Ricalcando un tweet in cui aveva detto che vuole “nuove fabbriche costruite qui per auto vendute qui” in Usa, Donald Trump ha chiesto ai vertici di produttori di auto riuniti alla Casa Bianca, tra i presenti anche l’ad di Fca Sergio Marchionne, una “spinta” per la costruzione di fabbriche nella nazione americana.
E dicendo che l’ambientalismo è “fuori controllo”, il successore di Barack Obama ha promesso un taglio delle tasse e della deregulation. In passato Trump aveva minacciato alti dazi doganali per chi produce vetture in Messico e le importa in Usa.
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L’incontro con Trump si e’ svolto con il CEO di General Motors Mary Barra, il CEO di Ford Mark Fields e il CEO di FCA Fiat Chrysler Sergio Marchionne.
Nei brevi commenti a caldo di fronte alle telecamere all’uscita dalla Casa Bianca, alle domande dei giornalisti su come fosse andato il meeting con Trump, sia Fields di Ford che Barra di GM si sono sbracciati spendendo parole di elogio per il piano economico del nuovo presidente – che peraltro non ha sostanziato il minimo dettaglio concreto – ma quando e’ stato il turno di Sergio Marchionne, il CEO di FCA si e’ astenuto da qualsiasi commento e ha preferito voltare la schiena alle TV.
Marchionne e’ perfettamente abituato a parlare in pubblico e in diretta televisiva. Il suo atteggiamento – si sono chiesti alcuni analisti – equivale forse a una mossa tattica, ovvero il non volere schierare a tappetino FCA con elogi sperticati a Donald Trump?
Oppure, per l’azienda auto americana con radici italiane, c’e’ qualcosa che non sappiamo?
Al momento, non e’ dato sapere.