Bocciati il ballottaggio e le candidature plurime, salvo il premio di maggioranza. È questa la decisione della Corte Costituzionale riunita dalle 9.30 in camera di consiglio per esaminare le questioni di legittimità sollevate da 5 tribunali sulla legge elettorale voluta dal governo Renzi. «All’esito della sentenza – spiegano i giudici nella nota diffusa sulla sentenza -, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione».
Le decisioni
Nel dettaglio, la Corte Costituzionale, nel giudizio sull’Italicum, ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno, sollevata dal Tribunale di Genova, e ha invece accolto le questioni, sollevate dai Tribunali di Torino, Perugia, Trieste e Genova, relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono.
La Consulta – si legge in una nota – ha inoltre accolto la questione, sollevata dagli stessi Tribunali, relativa alla disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione. «A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione, dell’art. 85 del d.p.r n. 361 del 1957», spiegano i giudici costituzionali. La Consulta ha dichiarato inammissibili o non fondate tutte le altre questioni. «All’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione», conclude la Corte Costituzionale.
Corte Costituzionale fa felici Renzi, Grillo, Salvini e Meloni
La Corte Costituzionale, con sentenza per cui la legge elettorale è immediatamente applicabile, ha bocciato il ballottaggio previsto dall’Italicum, ha detto no ai capilista bloccati e ha frenato le pluricandidature. Ora spetta al Parlamento armonizzare il sistema al Senato e poi si può votare. Nasce così un asse indedito tra il Pd rappresentato da Matteo Renzi (mentre l’incognita è l’opposizione interna), M5S, Lega e Fratelli d’Italia che vogliono andare subito al voto.
“Fumata bianca della Consulta. Habemus Legalicum! Ora c’è una legge elettorale costituzionale e pronta all’uso per il voto subito”, scrive sul suo blog Beppe Grillo commentando la decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum in un post dal titolo ‘Habemus Legalicum: voto subito! #Obiettivo40PerCento’.
“Nella sentenza è specificato che: ‘la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione’. Non ci sono più scuse – sostiene il leader M5S – la Corte Costituzionale ha tolto il ballottaggio, ma ha lasciato il premio di maggioranza alla lista al 40%. Questo è il nostro obiettivo per poter governare. Ci presenteremo agli elettori come sempre senza fare alleanze con nessuno”, ribadisce.
Il testo della decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum
Matteo Salvini lancia l’hashtag #votosubito
“‘Legge elettorale subito applicabile’ dice la Consulta. Non ci sono più scuse: parola agli italiani!! Se sei d’accordo, rilancia #votosubito”, scrive il leader della Lega su Twitter. E da Milano il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, sintetizza: “Voto subito, è questo il messaggio. E’ una sentenza immediatamente applicabile. La democrazia con la ‘d’ maiuscola deve prevalere”.
Giorgia Meloni: sabato 28 gennaio tutti in piazza per chiedere elezioni
“Ora che abbiamo anche una legge elettorale non ci sono più scuse: sabato 28 gennaio tutti in piazza a Roma per chiedere elezioni subito”, scrive Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, su Twitter.
Ettore Rosato del Pd: convergiamo sul Mattarellum
Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera e vicinissimo a Matteo Renzi è sulla stessa linea dell’opposizione. “Si sono create le condizioni per andare a votare subito – dice commentando la decisione della Consulta -. Noi rilanciamo con forza la possibilità di convergere sul Mattarellum. Non è una questione di tempo, serve una disponibilità politica vera. Noi restiamo sul Mattarellum, altrimenti c’è il ‘Consultellum'”. Per Rosato “non c’è stata una bocciatura dell’Italicum, l’impianto resta”. Parlando della diversità tra le leggi per la Camera e quella per il Senato, Rosato spiega: “Si tratta di due leggi armonizzate. Due leggi a forte impianto proporzionale. Due leggi omogenee, del resto la Consulta non ha rilevato alcuna incostituzionalità”. Anche il vicesegretario dem, Lorenzo Guerini si dice disponibile ad andare alle urne: “L’impianto dell’Italicum resta. Il Pd non ha paura del voto – spiega -. Se c’è la volontà di discutere sul Mattarellum, bene, altrimenti c’è la possibilità di andare a votare”.
Maurizio Gasparri: ora dobbiamo fare una legge per il Senato
Meno propenso ad andare al voto sembra il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che su Twitter scrive: “La Consulta si è espressa, ora è necessario fare una legge elettorale per il Senato analoga a quella della Camera”.
Sempre su Twitter, Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia, si dice d’accordo col collega di partito: “Dopo sentenza Consulta tocca ora al Parlamento armonizzare le leggi elettorali di Camera e Senato. Poi subito al voto”. (AGI)
m.mazzoni
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