Lo scambio automatico di informazioni bussa alla porta ed il prossimo anno le banche svizzere comunicheranno alle autorità fiscali del Paese di residenza del cliente i dati della sua relazione, con saldi, redditi e plusvalenze.
E le cassette di sicurezza? In Svizzera, diversamente che altrove, la cassetta è di norma legata ad un conto bancario ma, seppur indicata nella comunicazione, l’istituto non ne conosce il contenuto né può obbligare il cliente a rivelarlo.
Tuttavia prelevamenti rilevanti ed apertura più o meno contestuale di una cassetta possono costituire una fra le tante operazioni «sospette» in grado di attivare procedure in linea con i criteri di compliance fiscale sempre più rigida e con il desiderio delle banche di premunirsi al massimo contro rischi legali a livello nazionale ed internazionale.
Situazione più complessa per le cassette di sicurezza non bancarie. Per quanto riguarda le società private che affittano cassette, spesso, come nel caso del Ticino, proprio nei locali blindati lasciati liberi dalle 20 filiali bancarie chiuse, il loro livello di compliance e di due diligence nei confronti dei depositanti è ben inferiore – giusto per usare un eufemismo – ed le società di gestione non sono tenute ad alcuna segnalazione, non essendo intermediari.
Fonte: Corriere del Ticino