Nonostante la sua ossessione, ben documentata, per apparire sulle copertine di settimanali e riviste americane (ne ha tante incorniciate e appese alle pareti) il neo-presidente Donald Trump potrebbe non essere altrettanto contento della copertina della rivista Time in edicola questa settimana.
Scritto da Tim O’Brien, l’articolo di accompagnamento si intitola “Dentro il caos della Casa Bianca di Donald Trump”.
L’analisi riflette sul tumultuoso primo mese di presidenza, compreso il fallito bando per i sette paesi a maggioranza musulmana (bocciato da due tribunali federali), le rivelazioni sui legami dell’amministrazione con la Russia, un ministro del lavoro nominato che ha gettato la spugna e un consigliere per la sicurezza nazionale dimissionato. Nessun provvedimento legislativo, nel frattempo, e’ stato approvato dal Congresso: zero.
Casa Bianca di Trump piomba nel caos: generale Flynn si dimette. Aveva mentito sui rapporti con la Russia
Il disegno di copertina di Time – che vale piu’ di 10.000 parole – e’ accompagnato dalla didascalia: “Nothing to see here” – non c’e’ nulla da vedere qui. Trump appare seduto alla scrivania dello Studio Ovale nel pieno di una bufera di vento che gli scompiglia scartoffie, capelli e cravatta. Resistera’?
Shinzo Abe allibito dall’assurda stretta di mano di Trump – VIDEO
belfagor
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Una è quella che ha eletto Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
L’altra “America profonda” è proprio quella dei “molto meno dell’1%”. Che si è coalizzata contro la maggioranza del proprio popolo. Le sue armi sono quelle del Potere che si sente minacciato dalla maggioranza. In testa a tutti il possente schieramento del Servizi Segreti americani, del Pentagono, dei produttori degli armamenti strategici, dei gestori dei sistemi di controllo della cosiddetta “pubblica opinione”.
Le speranze sollevate dalle dichiarazioni del neo-presidente nei paesi che non fanno parte del “consenso washingtoniano” stanno vacillando dopo i suoi primi tentennamenti. In Russia, in Cina, in Iran, in Palestina, in Medio Oriente, ci si chiede cosa voglia fare Trump per “resettare” davvero le relazioni tra la “sua” America e il resto del mondo.
E se egli possa farlo con la “squadra” di uomini che ha scelto per realizzare la sua politica. E, infine, se egli possa fronteggiare lo schieramento che l’America profonda del potere sta armando per espellerlo dai suoi ranghi.
In ogni caso sotto gli occhi di tutti si sta consumando la crisi dell’America intera.
E quella che ne uscirà non potrà essere più l'”Egemone” incontrastato che ha dominato il mondo.
Giulietto Chiesa su Sputnik.
Consuelo
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Le pagine interne lo saranno ancora di più, perchè essendo un giornale imparziale, informerà i propri lettori come la Cia abbia messo il suo zampino nelle elezioni francesi del 2012.
La lettre de mission de la CIA pour l’élection présidentielle française de 2012
servizi Des d’espionnage humain (HUMINT) et numérique (SIGINT) de la CIA ont tente d’infiltrer tous les grands partis politiques français dans Les Sept mois précédant l’élection présidentielle de 2012. Ces révélations sont dans contenues trois ordres de publiés missione aujourd’hui par Wikileaks comme contexte aux prochaines serie «Volta 7» de la CIA. Sont nommément Cibles le PS, le FN, l’UMP, François Hollande, Nicolas Sarkozy, Marine Le Pen, Martine Aubry et Dominique Strauss-Kahn. ….
E’ quanto denuncia Wikileaks