Caso Uber: chi parla di ‘indennizzo ai taxi’ non ha capito come funziona l’economia

La sharing economy rappresenta un formidabile fattore di crescita, valutabile a livello europeo nell’ordine di oltre 100 miliardi di euro: va certamente regolamentata ma non soffocata perché “è …

La sharing economy rappresenta un formidabile fattore di crescita, valutabile a livello europeo nell’ordine di oltre 100 miliardi di euro: va certamente regolamentata ma non soffocata perché “è un’occasione da non perdere”. Lo ha detto all’AGI la vice presidente del Senato, Linda Lanzillotta, recentemente bersaglio di forti critiche da parte dei conducenti di taxi per un emendamento al “Milleproroghe” che, a detta degli interessati, favoriva la piattaforma Uber.

I nuovi servizi non tolgono spazio a quelli tradizionali

“L’Ufficio Studi e ricerche del Parlamento Europeo”, spiega Lanzillotta, “ha stimato che, a livello europeo, i nuovi servizi per la locazione degli alloggi, per il trasporto delle persone come per i servizi alle famiglie e alla finanza collaborativa possono crescere dagli attuali 28 miliardi di euro a 160 miliardi nel giro di pochi anni e, viste le difficoltà di crescita del nostro sistema economico”, osserva la ex ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali nel secondo governo Prodi, “è inconcepibile perdere questa occasione. Occorre abbandonare l’idea che questi nuovi servizi tolgano spazio alle attività ‘tradizionali’, come se la ‘torta’ debba essere divisa tra un maggior numero di commensali. Questa nuova generazione di servizi amplia la ‘torta’ perché offre nuovi servizi a una platea più vasta di consumatori. Senza dimenticare che può essere anche di grande stimolo a migliorare e innovare i servizi tradizionali”.

I giovani beneficeranno della sharing economy

“Di certo, non possiamo arrestare questo processo visto che anche l’Unione Europea ha emanato delle specifiche direttive” prosegue Lanzillotta.

“Le resistenze degli operatori della ‘old economy'”, aggiunge, “sono comprensibili e legittime: spetta alle istituzioni tutelarli senza arrestare il progresso con una normativa che coniughi interessi solo apparentemente in conflitto. Se guardiamo oltre i confini del nostro Paese, possiamo vedere che, per esempio, dove c’è Uber ci sono anche i taxi che, come a Parigi o a Londra, non soffrono della concorrenza, visto che si tratta di servizi diversi rivolti ad un altro tipo di domanda. Altrettanto vale per gli autobus: Flixbus, con un adeguato quadro normativo, può essere molto utile in Italia soprattutto nel Mezzogiorno, dove c’è un’ampia domanda di trasporto pubblico inevasa, senza, con questo, togliere mercato alle linee tradizionali. Analogamente per le nuove forme di locazione degli alloggi che utilizzano le piattaforme Web: possono essere un’opportunità e con una adeguata normativa fiscale potremmo avere effetti positivi anche per l’erario facendo emergere gli affitti in nero. Teniamo poi presente che i primi a beneficiare di questa apertura alla sharing economy saranno i giovani che oggi, in molti settori, devono affrontare mercati chiusi”.

Possibile indennizzo per tassisti per perdita valore della licenza

Interpellata riguardo alla tempestosa vertenza dei taxi, Lanzillotta sembra disponibile ad accettare l’idea di un indennizzo, anche se giuridicamente non dovuto, per la perdita di valore delle licenze causata dall’ingresso sul mercato di piattaforme come Uber. “Fermo restando che il commercio delle licenze è un illecito traffico da sempre tollerato”, puntualizza Lanzillotta, “si può anche pensare ad una sorta di indennizzo del valore non ammortizzato. Un indennizzo non dovuto che si può anche accettare per arrivare ad un’intesa”.

E, mentre Lanzillotta si spende per aprire la nostra economia alla concorrenza e al futuro, nell’aula del Senato si discute della legge sulla concorrenza in ritardo di oltre due anni. “Una situazione”, commenta, “che richiede una trasformazione di questo strumento. Oggi è una sorta di legge ‘omnibus’ che raccoglie troppe cose molto diverse e suscita una serie di reazioni che sono difficili da gestire. Probabilmente serve uno strumento più snello che possa essere approvato in tempi molto più brevi”.  (AGI)


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