Come atteso la Banca nazionale svizzera (BNS) ha mantenuto oggi il tasso di riferimento Libor a tre mesi in una forbice fra -1,25% e -0,25%, dopo la decisione alla vigilia della Federal Reserve americana di innalzare i tassi di un quarto di punto.
Vengono anche confermati gli interessi negativi dello 0,75% sui conti giro. La BNS conferma così la sua “politica delle due colonne”. Quasi tutti gli esperti si aspettavano il mantenimento dello statu quo: né la decisione della Fed né il proseguimento del programma di acquisto di titoli da parte della Banca centrale europea hanno cambiato la situazione di partenza della BNS.
L’istituto di emissione continua a considerare il franco chiaramente sopravvalutato. In caso di necessità – si legge in un comunicato odierno – resta pronto a intervenire sul mercato delle divise, ma tenendo conto dell’intera situazione valutaria e non solo del corso dell’euro.
Al contempo la Banca nazionale corregge al rialzo le sue previsioni inerenti all’inflazione di quest’anno, portandola allo 0,3%, contro lo 0,1% pronosticato in dicembre, soprattutto a causa del rialzo del prezzo del petrolio. Per il 2018 è atteso un rincaro dello 0,4%, per il 2019 dell’1,1%.
Considerata l’evoluzione favorevole della congiuntura mondiale le prospettive per l’economia elvetica sono moderatamente positive. Per l’anno in corso l’istituto prevede sempre una crescita del PIL dell’1,5% circa.
Quanto al mercato immobiliare e ipotecario, l’istituto centrale constata che sussistono sempre degli squilibri. Pertanto la BNS continua a monitorare attentamente gli sviluppi su questi mercati e valuta regolarmente la necessità di adeguare il cuscinetto anticiclico di capitale, ossia l’aumento dei fondi propri delle banche per ridurre i rischi legati a una crescita eccessiva del credito.