Nell’ultima seduta della precedente ottava le due Borse cinesi di Taipei e Shanghai, le uniche aperte, hanno registrato ribassi che si avvicinano al punto percentuale, appesantite dalle tensioni geopolitiche nel Pacifico orientale con la Corea del Nord.
Ad inizio settimana la debolezza dei mercati cinesi è proseguita con Shanghai ancora in calo dello 0,9%, malgrado il Pil della prima economia asiatica nel primo trimestre del 2017 sia cresciuto inaspettatamente del 6,9%, in rialzo rispetto alle stime del 6,7%. Nella seduta odierna continuano le oscillazioni dei principali mercati con variazioni in larga misura di segno negative.
Sidney riapre anch’essa dopo due giorni di chiusura e segna un ribasso di un punto percentuale, soffrendo il rapporto della Banca Centrale che sottolinea la dimensione preoccupante dei debiti privati ed un mercato del lavoro che sembra aver raggiunto la piena occupazione. In calo anche Hong Kong di quasi un punto percentuale, mentre Shanghai scambia invariata e Taipei è in rialzo dello 0,3%.
Leggermente meglio Tokyo, che non riesce però a trarre beneficio dal calo dello yen che ritorna al di sotto dei 109 rispetto al dollaro. Infine, debole anche Seul (-0,2%), penalizzata non solo dalla tensione con la Repubblica comunista del Nord, ma soprattutto dalle dichiarazioni del vice presidente americano Pence, in visita nel Paese, che vuole rivedere i trattati commerciali bilaterali i quali, a suo parere, penalizzano gli Stati Uniti a favore dei sudcoreani.
In controtendenza viaggia, invece, Bombay che registra al momento un avanzo di un punto percentuale. Petrolio invariato a 52,6 dollari al barile mentre oro ed argento ritracciano di quasi un punto percentuale, in virtù della minore tensione politica nel Pacifico orientale.(MarketInsight)
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