“Un disguido”, un “problema tecnico” – secondo la presidente Laura Boldrini – e il voto in Aula sulla Legge Elettorale che ha mandato il governo sotto si trasforma in una bagarre con scambio di accuse pesanti tra deputati della maggioranza e dell’opposizione. Tutto per colpa di un voto che doveva restare segreto ed è diventato palese.
Cosa è successo
Al momento del voto segreto su un emendamento alla legge elettorale, sul tabellone elettronico nell’emiciclo si accendono le luci verdi, rosse e bianche che indicano come hanno votato i diversi deputati, al contrario di quanto sarebbe dovuto succedere visto che si trattava di votazione segreta.
Il ‘patto a 4’ sulla legge elettorale (Pd, M5S e Lega) è stato affondato da 58 franchi tiratori che contavano sulla segretezza. Scorrendo i tabulati della votazione sull’emendamento Biancofiore (che elimina i collegi maggioritari mantenuti dalla legge elettorale in Trentino Alto Adige) è evidente che al ‘patto’ sono venuti a mancare voti che, se fossero stati contrari all’emendamento, avrebbero consentito la bocciatura della proposta di modifica.
Sulla carta, stando sempre ai tabulati della votazione, il ‘patto’ avrebbe dovuto avere 397 voti – mettendo nel conteggio anche quelli di Svp oltre che di Pd, FI, M5S e Lega – a cui vanno tolti gli 82 dei pentastellati presenti, che avevano annunciato il voto a favore.
Dunque, i voti contro l’emendamento sarebbero dovuti essere 315 anziché i 256 finali. L’emendamento è passato per 14 voti di scarto. Sempre scorrendo i tabulati, erano presenti al voto 46 di FI, con 4 assenti ‘ingiustificati’; 18 della Lega, con 1 assente ‘ingiustificato’; 246 presenti al voto del Pd, con 18 in missione e 18 assenti ‘ingiustificati’; 82 M5S presenti al voto, 1 in missione e 5 assenti ‘ingiustificati’.
E’ scoppiata quindi la bagarre in Aula: tutti contro tutti.
Come sarebbe dovuta andare
Il tabellone doveva essere tutto rosso. Anzi, in realtà doveva essere tutto spento, perché in una votazione a scrutinio segreto a Montecitorio deve restare spento. Però per alcuni secondi quello schermo si è acceso e il relatore alla legge elettorale, il deputato del Pd Emanuele Fiano, ha fatto in tempo a scattare una foto e a postarla sul suo account Twitter.
Eccolo, l’emiciclo: luci verdi all’estrema sinistra, tutto rosso a sinistra, molti astenuti mentre ci si sposta al centro, e poi si vira al verde quando si arriva ai banchi M5S, con qualche propaggine a destra. “I cinquestelle fanno fallire la Legge Elettorale. Per pochi secondi il voto è stato palese, loro hanno votato a favore questa è la prova”, scrive allora Fiano.
Come la raccontano i grillini
“Nel Pd 80 franchi tiratori cercano di affossare la legge elettorale. Il M5S è compatto e lo tiene in piedi. Renzi tenga i suoi!” scrive Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle su Twitter, postando la foto della votazione
“Sicuramente c’è un problema nel Pd, con una parte che non vuole il voto anticipato. E’ in atto una guerra tra bande. Al Senato sarà un Vietnam…” gli ha fatto eco il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. “Con il voto di oggi è stato dimostrato che i franchi tiratori sono nel Pd, perché noi abbiamo votato coerentemente i nostri emendamenti”.