Presidenti mentecatti, vige il teorema del pazzo. Ovvero: “C’è, o ci fa?”

Ci sono quelli “ereditari” come Kim Jong-un, che a Pyonyang costruisce missili in cantina per bombardare gli USA, o gli “acquisiti”, come Putin.

Sembra il momento dei leader svitati. Sempre più nelle relazioni internazionali pesa la questione: “C’è, o ci fa?” In parte, almeno nei paesi democratici, influisce la progressiva trasformazione dei processi elettorali in semplici gare di popolarità. Così scopriamo che il detestabile Donald Trump era comunque meno detestato di Hillary Clinton. Poi ci sono i mentecatti “ereditari” come Kim Jong-un, che a Pyonyang costruisce missili in cantina per bombardare gli Stati Uniti, o gli “acquisiti”, come Vladimir Putin, che lotta a torso nudo con gli orsi. È una politica vincente, o è solo che piace di più della mediocrità?

L’atomica è per certi versi un’arma inefficace. Quando gli americani l’hanno  usata contro il Giappone per chiudere la Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico, la percepivano  inizialmente solo come “un nuovo tipo di bomba” più potente delle altre—rendendosi conto solo in  seguito che era invece un’altra cosa, un discorso nuovo.

Quando anche i russi hanno acquisito l’arma, è diventato evidente che l’atomica non era più  utilizzabile per la semplice distruzione, o comunque che il suo uso andava in qualche modo  oltre al meramente “militare”. Era talmente potente che non poteva essere ragionevolmente  impiegata, e quindi non presentava una minaccia credibile a livello strategico. Cioè, almeno in  termini della “deterrenza”—l’unico utilizzo razionale in un mondo con più potenze nucleari—il  suo impiego effettivo sarebbe stato invece irrazionale. Infatti, “Solo un pazzo la userebbe…”

Così, si è sviluppato il teorema del pazzo. Per dare credibilità alla minaccia, per rendere la bomba uno  strumento efficace almeno dal punto di vista diplomatico, bisognava generare l’impressione di una  misurata dose di follia nella catena di comando per creare l’ipotetica possibilità che un Presidente  mentecatto potesse davvero perdere le staffe a tal punto da premere il bottone rosso.

La codifica del teorema è spettata a Henry Kissinger, il Consigliere per la sicurezza nazionale del  Presidente Richard Nixon. In una serie di documenti rilasciati dal National Security Archive Usa appare  un memorandum del 1972 in cui Kissinger spiega ad un alto funzionario del Dipartimento della Difesa  che la strategia di Nixon relativa alla crisi del Vietnam fosse quella di “spingere talmente tante fiches sul  tavolo” da convincere l’opposizione “che potremmo essere così ‘pazzi’ da andare davvero molto in là”.

Il riferimento era ai tentativi di convincere la Russia—sponsor militare dei nord-vietnamiti–che Nixon  fosse abbastanza instabile emotivamente (a causa dell’andamento della guerra, ma anche dello scandalo  Watergate, appena scoppiato) da “perdere il lume della ragione” e dunque da accontentare per prevenire  l’incontenibile rischio di guerra. Lo strumento scelto era il lancio di un allarme nucleare mondiale allo  scopo di — per citare un precedente memorandum presidenziale di Kissinger — “preoccupare i sovietici  che stiamo perdendo la pazienza e potremmo perdere anche il controllo di noi stessi”.

Non sembra che abbia funzionato. I russi si sono allarmati dell’aumentata minaccia nucleare, ma non ci  sono indicazioni che l’abbiano messa in rapporto con la loro politica di sostegno al Vietnam.

Un rischio  dei messaggi troppo sottili è che non sempre il destinatario si accorga che siano stati spediti.  Non sono stati gli americani i primi— né gli ultimi — a pensare che “fare il pazzo” sia a volte utile,  soprattutto per dare credibilità a una minaccia non altrimenti credibile (se non come opera di un folle).

È  la via attualmente battuta da Kim Jong-un, il “glorioso leader” nordcoreano.

Il meccanismo però diventa problematico quando se ne generalizza l’uso. Non c’è spazio per troppi pazzi,  specialmente perché la loro pazzia— per avere un’efficacia diplomatica — deve essere solo una possibilità,  non una certezza. Oppure, pensando a casi sfortunatamente attuali, quando le parti in causa decidano tutte di dare da matto… Così, si cancellano a vicenda, forse in troppi sensi.

di James Hansen

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2 commenti

  1.   

    caspita nel  novero manca RENZI.  commentando i risultati elettorali li ha definiti  .con luci ed ombre…MENO MALE CHE SILVIO C’è …

  2.   

    *** post eliminato dalla redazione *** infarcito di insulti, fake news, scopiazzature, errori.
    PS: James Hansen non e’ un climatologo!