Libia, un “capolavoro” diplomatico di incompetenza al potere

L'Italia pensava di gestire sicurezza e flussi migratori, Tripoli la stoppa: niente vostre navi, qui comandiamo noi.

Se fosse un film strapperebbe parecchie risate. Invece è la realtà e più che applausi attira solo preoccupazioni e rabbia dai cittadini quello che sta accadendo in queste ore sull’asse Roma-Tripoli. Un vero e proprio “capolavoro” diplomatico dell’incompetenza al potere, tra annunci e smentite, retroscena roboanti e rinculi a suon di comunicati stampa.

Riavvolegendo il nastro, chiariamo subito che non è stato dato alcun via libera all’ingresso di navi della Marina militare italiana nelle acque territoriali della Libia in chiave anti-trafficanti. A riferirlo è stampa locale africana, citando il primo ministro tripolino Fayez Al-Serraj.

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La presa di posizione, riferisce il quotidiano “Libya Herald”, è stata affidata a una nota diffusa dopo l’incontro a Roma con il capo del governo italiano, Paolo Gentiloni. Il Consiglio presidenziale, l’organismo guidato da Serraj, avrebbe riferito che “con l’Italia è stato concordato il completamento del programma di sostegno alla Guardia costiera per addestrarla e metterla in grado di salvare le vite dei migranti e di affrontare le organizzazioni criminali”. Nel testo, però, si afferma che “la sovranità nazionale è una linea rossa da non oltrepassare”.

In Italia la notizia fa rumore. Tanto che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, impegnato a far passare l’accordo con la Libia in Cdm, in attesa, martedì 1° agosto di sottoporlo alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, prima delle rispettive Aule, è costretto a metterci la classica toppa. Che, come recita il detto, è peggio del buco.

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“Sarebbe non rispettare la sostanza di quello che il governo ha deciso, presentarla come un enorme invio di grandi flotte, squadriglie aeree e cose di questo genere. Stiamo parlando di una richiesta a cui abbiamo aderito di supporto alla guardia costiera libica”, ha infatti ridimensionato il premier, illustrando per sommi capi i contorni della missione navale italiana in Libia. “Credo che sia di un certo rilievo che anche il mondo dell’informazione, dei media, ci aiuti in qualche modo a presentare questa iniziativa per quello che è: è un’iniziativa importante perchè può dare un contributo significativo a rafforzare la sovranità libica, non è certo una iniziativa che si prende contro la sovranità libica”.

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Una retromarcia inserita di fretta e furia per evitare la collisione diplomatica, ma che comunque ha prodotto un rumore assordante. E qualcuno deve averlo sentito fin sulle sponde di Tripoli, visto che l’agenzia di stampa libica “Lana” ha pubblicato venerdì 28 luglio un comunicato del ministero degli Esteri libico, in cui si afferma di aver inviato all’Italia una richiesta di “appoggio logistico e tecnico alla Guardia costiera” che potrebbe richiedere “la presenza di navi italiane nel porto di Tripoli unicamente a questo scopo e solo quando necessario”.

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2 commenti

  1.   

    bene  macron ce lo ha messo nel .c…lon … ma era prevedibile . i francesi hanno fatto così  da anni oltre ad essere degli autentici voleurs..Però mi sovvengono le parole di gentiloni.   meno male che MACRON  c’è . ci ha salvato le chiappe dalla LE PEN  …omen nomen… Forse perchè al medesimo piacciono le galline frollate ed i sederini parrocchiali. Ma per fortuna il commissario europeo agli affari esteri è ..una di noi.. Dire sinistra e dire fallimento ormai è la stessa cosa. Speriamo di non vederli mai più. conto su di voi. 

  2.   

    Il fallimento della capacità negoziale dell’attuale classe dirigente, rispetto al peso che riesce a dimostrare in poitica estera, è del tutto evidente soprattutto rispetto alla vicenda Stx-fincantieri.
    Come ha brevemente sottolineato Naka sul Forum di Borsa, l’inconsistenza delle parole di Padoan, con il moccolo retto da Calenda, fa il paio con le gattopardesche dichiarazioni di Gentiloni sulla vicenda libica.
    Ora aspettiamo le bricioline che vorra elargirci il magnanimo Macrom e che la stampa accreditata descriverà in un crescendo di tronfi della governance europea.
    L€uropa (come la ormai viene definita da un certo pensiero alternativo) chiama ma Noi quale risposta siamo pronti a dare?
    Ed ancor di più… a quale risposta ci stiamo preparando?
    Saluti.
    Elmoamf