Flat tax: tassazione proporzionale o progressiva?

L’ipotesi di abbandonare il principio di progressività presuppone la preventiva riforma della Costituzione. Ma funziona davvero?

L’ipotesi di introdurre una flat tax e l’abbandono del principio di progressività presuppongono la preventiva riforma della Costituzione e la revisione di principi finora ritenuti intoccabili. Benché non possano essere negati rilevanti vantaggi, in termini di minore carico fiscale, maggiore reddito disponibile, più investimenti, semplificazione del sistema, meno burocrazia, etc., vanno tuttavia considerate anche le prevedibili criticità – caduta di gettito, riflessi sul sistema previdenziale ed assistenziale, aumento dei costi sociali a carico dei cittadini, effetti sulla redistribuzione del reddito. Un sistema su due aliquote, che tenga conto della diversa capacità contributiva e che assicuri anche un minimo di progressività, è quello più razionale e rispettoso della cultura dello Stato di diritto, soprattutto in termini redistributivi.

Da qualche settimana, a seguito della presentazione di uno studio volto all’adozione di una tassazione ai fini delle imposte sui redditi con aliquota proporzionale al 25%, si è riacceso un dibattito che trova le sue origini in analisi di insigni economisti in epoca ben lontana.
Prescindendo da qualsiasi valutazione politica cui si presta il tema, è certo che l’idea di una tassazione proporzionale con aliquota unica ha trovato, soprattutto nell’opinione pubblica, una generalizzata condivisione.
Senonché, il tema non né semplice, come taluno sostiene, né di agevole applicazione a causa delle numerose variabili da considerare.
Concettualmente, la flat tax, nota anche come imposta piatta, consiste nell’applicare sulla base imponibile complessiva netta il prelievo in misura percentuale, cioè con aliquota unica.
La convenienza o meno, ovviamente, non può essere valutata in assoluto ma è in funzione sia dell’aliquota marginale sia, e soprattutto, dell’aliquota media che ciascun contribuente si vede applicare attualmente in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi.
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1 commento

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    ridurre le tasse è l’unica cosa intelligente che potrebbero fare. riguardo alla costituzione questa crea solo alibi per quei disadattati che ci governano sempre intrisi di ideologismi che non hanno riscontro nella realtà. ognuno deve contribuire in base alla propria ricchezza. allora perchè avere salari, seppur minimi che non pagano tasse? questo è anticostituzionale ma se la fanno passare bene e sono pure comunisti. allora l’ideale di tassazione giusta e anche corretta  sarebbe che ad esempio fino a 15 mila euro…soglia  minima di sopravvivenza  non si pagano tasse. chì ad esempio ne percepisce trenta  mila  pure a lui i primi 15mila sono esenti i restanti 15 mila vengano tassati con una aliquota .progressiva  non più alta del 20 per cento in modo da non venir depredati da uno stato ladrone. si dirà e il deficit chì lo paga? avevo già dato una idea di come procedere. peraltro solo i LANNISTER  pagano sempre i propri debiti  noi potremmo anche fare a meno. tipo germania ad esempio che già tre volte ha dichiatato..non pago..