C’è un dolore silenzioso, ma straziante che echeggia tra le macerie di una Siria dilaniata dalla guerra. È quello delle famiglie dei bambini malati di cancro, costrette a una scelta terribile e terrificante: sfidare le bombe e provare a salvare i loro piccoli o rinunciare e aspettare che la malattia consumi i loro corpi.
In un reportage del New York Times viene descritta l’odissea di alcune di queste famiglie, con madri che addirittura sono costrette a pagare contrabbandieri per attraversare con i propri figli le strade lastricate di mine, ma senza alcuna certezza che alla fine la pallottola di un cecchino non li colpisca lo stesso o che non finiscano arrestati, condannando così i piccoli alla morte.
Per molti l’obiettivo si chiama al-Bayrouni, il più grande ospedale oncologico della Siria, che si trova a nord-est di Damasco e può contare su 500 posti letto, oltre a equipe mediche di buon livello. Arrivarci, però, è un calvario. Il regime di Assad controlla le strade principali di accesso, bloccando così i corridoi umanitari pur di sconfiggere i ribelli. Molte delle stanze sono vuote, perché al di fuori della struttura ci sono militari ovunque, con i fucili spianati e pronti a far fuoco.
“Dal gabiotto della guardia all’ingresso, il volto di Bashar al-Assad ‘esamina’ quelli che arrivavano nascosto dietro occhiali scuri da avitatore. Anche in tutto l’ospedale, il viso di Assad, impresso su ritratti ben incorniciati è appeso in quasi tutti i reparti. Nella lobby anteriore, la bandiera siriana e palestinese sono coperte da parete a parete. Sul lato dell’edificio che si affaccia sulla linea frontale, molti reparti sono vuoti, le macchine per il monitoraggio scollegate e avvolte dai lenzuoli”.
Il racconto del giorno in cui il cronista è riuscito ad arrivare all’ospedale è straziante: “Come la maggior parte dei giorni degli ultimi mesi, la fila arcobaleno di sedili colorati che portano al reparto per i bambini malati di cancro era quasi tutta vuota. La maggior parte delle madri e dei padri che hanno raggiunto questa parte della Siria ha affrontato una scelta straziante: viaggiare con i loro figli lungo una strada che sapevano essere sotto il bersaglio dei colpi di mortaio, per raggiungere un ospedale che si affaccia su una linea del fronte, o rimanere a casa pregando che il conflitto sarebbe presto fine, consapevoli che la malattia avrebbe potuto diffondersi nei corpi dei loro figli”.
Inoltre “alcuni genitori hanno dovuto lasciare altri figli nelle città di origine, sotto i bombardamenti, senza possibilità di vederli per mesi, vivendo da solo nei rifugi o in hotel poco costosi, in modo da concedere ai loro bambini ammalati di ottenere i trattamenti necessari contro il cancro”.
Ed è in questa fase del racconto che emergono le figure squallide e inquietanti dei mercenari, che per chi vive la disperazione della malattia può anche significare salvezza, in un Paese dilaniato come la Siria. “Una donna di Raqqa racconta di aver pagato migliaia di sterline siriane ad un contrabbandiere per camminare a piedi con il suo bambino di pochi mesi, attraverso una strada cosparsa di mine, con la paura che se fossero stati catturati lei sarebbe stata decapitata, ma consapevole che se fosse rimasta a casa, suo figlio, neonato, sarebbe morto di cancro”.
Consuelo
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Comincio ad essere ossessionata ( grande risata) dai link.
Comunque ringrazio la direzione che mette pazienza con questa ” diversamente giovane” quale io sono e, sebbene in ritardo, finisce di accontentarmi (come è successo oggi.)
Mulder
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Ricordati anche che i Link devono essere Cliccabili..
Sai ..qui c’abbiamo l’anarfabeti..!!
Consuelo
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Non mi è parso che nel mio commento ci fossero due link. Ergo: debbo cambiare gli occhiali
belfagor
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belfagor
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Consuelo
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Il commento l’ho scritto ma…non compare.Dove ho nuovamente errato?
Consuelo
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“Le sanzioni economiche contro la Siria hanno gravemente perturbato l’acquisizione di farmaci specifici, compresi i farmaci antitumorali ha denunciato Elizabeth Hoff rappresentante dell’OMS in Siria. Hoff ha spiegato che le sanzioni economiche hanno impedito a molte aziende farmaceutiche internazionali di trattare con le autorità siriane creando ostacoli per i pagamenti dei farmaci importati attraverso banche estere. Sei anni di brutale conflitto hanno portato i servizi sanitari siriani, che erano tra i migliori in Medio Oriente, vicino al collasso. Meno della metà degli ospedali del paese operano a pieno regime e il numero di medici si è molto ridotto. Prima dell’inizio della crisi, la Siria produceva il 90 per cento dei farmaci necessari, ma i farmaci contro il cancro erano tra quelli tradizionalmente dipendenti dalle importazioni.
http://www.reuters.com/article/us-mideast-crisis-syria-sanctions-idUSKBN16M1UW
Mi auguro solo che a guerra finita, se mai finirà, qualcuno non abbia a dire, come fece “Madeleine Albright segretario di Stato con l’amministrazione Clinton( al riguardo delle piccole e numerose vittime irachene, colpite dalle sanzioni) “Credo che sia stata una scelta molto difficile, ma quanto al prezzo, pensiamo che ne valesse la pena.”