La commissione del Congresso americano che indaga sulla Russian Connection tra il presidente Trump e personaggi russi poco chiari che avrebbero influenzato la sfida con Hillary Clinton, vogliono risposte anche dalla storica segretaria personale del magnate. L’obiettivo è utilizzare la donna come testimone chiave per capire cosa è realmente successo nell’incontro tra i funzionari della campagna di Trump e un avvocato russo che prometteva fango sulla Clinton. A riferirlo è la AbcNews.
Rhona Graff, vice presidente senior dell’organizzazione Trump, che ha lavorato alla Trump Tower per quasi 30 anni, ha agito come gatekeeper per Trump. È un punto di contatto con il vasto universo di persone che hanno ruotato attorno all’attuale inquilino della Casa Bianca, tra politici, giornalisti e altre figure che nel tempo hanno avuto a che fare con l’imprenditore di New York.
Russian connection, video Cnn: Trump a cena con 4 personaggi chiave
Graff è entrata in questa vicenda dopo la scoperta di uno scambio di mail, datato giugno 2016, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali dunque, tra Donald Trump Jr e il pubblicitario britannico Rob Goldstone, che ha portato poi all’incontro con l’avvocato russo Natalia Veselnitskaya alla Trump Tower. “Posso inviare questa informazione anche a tuo padre attraverso Rhona”, scrisse Goldstone, “è molto sensibile e volevo fargliela prima vedere”.
Graff non era in copia nello scambio di mail e non è chiaro se Goldstone abbia mai avuto un contatto diretto con la segretaria del “Capo”. Ma la commissione d’inchiesta vuole vederci chiaro “dal momento che il suo nome compare nell’email, la gente vuole che risponda alle nostre domande”, ha dichiarato il repubblicano Peter King.
Russian Connection, Nyt: da Mosca dossier su Clinton, Trump jr sapeva
Il presidente degli Stati Uniti, d’altro canto, ha sempre affermato di non utilizzare l’email, e per anni ha comunicato per anni con gli associati proprio attraverso la sua segretaria, Graff. Tanto che nel 2004 fu lei stessa ad ammettere al Real Estate Weekly che “tutti sanno di dover passare attraverso me, quindi si comportano tutti sempre nel migliore dei modi”. Infatti Trump leggeva solo gli stampati delle mail e se aveva necessità di rispondere consegnava fogli scritti una penna Sharpie alla Graff in modo da poterli scansionare e inviarli elettronicamente.
Alla AbcNews il primo senatore repubblicano che ha condotto l’inchiesta sulla Russian Connection, Richard Burr, ha dichiarato che “non è escluso” che la posizione di Graff non passi al vaglio della commissione e che possa essere anche ascoltata direttamente. Ma l’avvocato Alan Futerfas, che segue gli interessi legali dell’organizzazione Trump, si affretta a precisare che ancora nessuna richiesta è stata inviata alla segretaria storica del presidente, e che “ovviamente continueremo a collaborare con qualsiasi comitato che cercherà di far luce sulla faccenda”.
Russian Connection: Trump indagato per “ostruzione di giustizia”. Impeachment si avvicina
Al momento Graff non risulta sotto accusa, né trapelano notizie dalle istituzioni se e quando verrà convocata. Gli inquirenti del Comitato giudiziario del Senato stanno analizzando le 20.000 pagine di documenti consegnati alla Commissione dalla campagna Trump all’inizio di questa settimana, oltre alle 400 pagine di documenti inviati da Paul Manafort e altre 250 pagine inviate da Donald Trump Jr. I due dovranno essere ascoltati: il Comitato di Giustizia, insieme ai Comitati di Intelligence House e Senato, vogliono che siano pubbliche, ma questo avrebbe una ricaduta molto pesante sull’immagine di Manafort e Trump Jr. Ecco perché la trattativa è ancora in corso, ma ora il mistero si arricchisce di un’altra protagonista. Chi è e che ruolo ha giocato Rhona Graff?